La crudeltà dei wet market non si ferma

foto tripadvisorAd aprile 2020, Animal Equality ha pubblicato una prima inchiesta sui mercati di animali vivi in Asia, tra cui l’India, che documentava chiaramente i pericoli di questi luoghi, i cosiddetti wet market. Nel corso di questi mesi Animal Equality ha proseguito il lavoro di inchiesta proprio durante la pandemia ed è rimasta sconvolta nel constatare che, nonostante i pericoli per la salute pubblica, i wet market continuano ad operare senza sosta.

Questa nuova inchiesta inedita è stata realizzata nei wet market dell’India, in particolare a Pune, Mumbai, Goa, Calcutta e Delhi tra luglio 2020 e luglio 2021. Ieri sera, martedì 28 settembre, le immagini sono state mostrate in esclusiva su Cartabianca, programma di attualità di Rai 3, durante il quale insieme a Bianca Berlinguer, Mario Tozzi e Matteo Bassetti si sono analizzate proprio le problematiche relative ai wet market, al confinamento degli animali e le malattie di origine zoonotica che possono sfociare in pandemie ed epidemie molto pericolose.

I wet market sono luoghi in cui gli animali vengono trasportati, venduti e uccisi senza protocolli circa la sicurezza alimentare, il benessere degli animali o la salute delle persone coinvolte.

Le immagini raccolte dal tema investigativo di Animal Equality mostrano come:

Gli avicoli vengono trasportati in viaggi infiniti che durano ore, a volte giorni, senza cibo né acqua. Molti muoiono mentre gli altri rimangono a malapena vivi.

I polli vivi vengono brutalmente tirati fuori in gruppi e pesati appendendoli a testa in giù, schiacciando loro i polmoni e provocando intense sofferenze.

Nei wet market gli avicoli vengono stipati in piccole gabbie per ore e talvolta giorni senza cibo né acqua.

Molti polli, anatre, capre in fila per la macellazione sviluppano varie infezioni e malattie. Non vi è alcuna ispezione sanitaria ufficiale condotta sugli animali prima della macellazione.

Gli avicoli vengono presi per la gola e sgozzati, gettati poi in cassonetti dove restano abbandonati agonizzanti per diversi minuti prima di morire.

A quel punto la carne viene preparata per gli acquirenti in condizioni di sporcizia estrema, senza controllo sanitario e in condizioni igieniche precarie.

Questi animali soffrono non solo di maltrattamenti e abusi, ma anche di un sistema immunitario indebolito dallo stress dovuto al trasporto, al confinamento in gabbia e a condizioni di vita non igieniche. A tutto ciò bisogna aggiungere la presenza di un elevato numero di acquirenti che trafficano nei mercati, creando il terreno fertile perfetto per le malattie zoonotiche, che potrebbero facilmente essere trasmesse agli esseri umani date le condizioni igienico-sanitarie agghiaccianti.

“I wet market non hanno posto nella nostra società e dovrebbero essere immediatamente chiusi. Non solo questi mercati sono estremamente crudeli con gli animali, ma la ricerca scientifica ha mostrato la loro connessione con le epidemie di malattie di origine animale, dimostrando che sono anche una minaccia immediata e gravissima per la salute e la sicurezza pubblica”, afferma Alice Trombetta, direttrice di Animal Equality Italia.

Trombetta aggiunge: “In India non viene condotta alcuna ispezione sanitaria prima che gli animali vengano macellati in questi mercati. Le leggi indiane sulla sicurezza alimentare vietano ai negozi che vendono carne di macellare gli animali sul posto. Proprio per questo Animal Equality ha presentato il suo studio e tutte le immagini raccolte al governo indiano insieme a una richiesta per fermare la macellazione di animali vivi in questi mercati e nei negozi”.

A seguito della pubblicazione di un rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), l’Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE) e il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) hanno chiesto congiuntamente la sospensione a livello mondiale della vendita di mammiferi selvatici vivi nei mercati tradizionali di tutto il mondo a causa dell’elevato rischio che rappresentano per la trasmissione di malattie verso l’uomo.

Mentre il rapporto si concentra sugli animali selvatici, Animal Equality ci tiene a sottolineare che nessun animale dovrebbe essere sottoposto a crudeltà all’interno dei wet market, che rappresentano sempre e comunque un grave rischio sanitario per la popolazione mondiale.

Animal Equality ha anche consegnato oltre mezzo milione di firme alle Nazioni Unite con la richiesta di vietare la vendita e la macellazione di tutti gli animali vivi nei wet market a livello globale.


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