Bisogna educare alla genitorialità responsiva

“Fino a poco tempo fa si riteneva che fosse sufficiente che un bambino crescesse in una famiglia che lo aveva desiderato e che lo accoglieva, affinché la sua crescita e il suo sviluppo psico-fisico avvenissero nel migliore dei modi. La cura e l’amore sono naturali, ma genitori si sceglie di diventarlo, non si nasce: la genitorialità è una strada collinare, salite impervie e ripide discese, ma tutto questo va intercettato, sostenuto, se prendiamo per mano un bambino dalla nascita, con la sua famiglia. Noi dobbiamo seguire il bambino o la bambina non quando nasce, dall’alba di una nuova vita, ma dagli albori della vita, dalle prime tenui luci dell’alba, ovvero dal concepimento”. Parole inequivocabili quelle di Iride Dello Iacono, pediatra e già responsabile dell’Unità di Pediatria dell’ospedale Fatebenefratelli di Benevento, intervenuta al Congresso della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) con una relazione sulla genitorialità responsiva e sul punto di innesto di questo percorso.

“Il nostro Congresso 2022 non a caso avrà come titolo ‘Dagli albori della vita un cammino insieme’- specifica Dello Iacono- questo vuol dire che del nuovo essere dobbiamo occuparcene da prima della nascita. Non è facile neanche per noi specialisti, questo implica una formazione. Noi pediatri per primi dobbiamo far fronte ai cambiamenti sociali, culturali delle famiglie e dobbiamo essere capaci di intercettare i bisogni di famiglie che possono essere anche monoparentali e arcobaleno, differentemente approcciabili da noi pediatri ma tutte pregnanti di un’esigenza di realizzazione di una genitorialità responsiva”.

Dello Iacono, che insieme a Giuseppe Saggese si occupa degli aspetti della genitorialità responsiva per bambini e adolescenti, condensa in due parole il concetto: responsabilità e risposte. “La cura non è solo amore- spiega- ma anche educazione, socialità, una cura che possa mutare a seconda di come muta la realtà intorno a noi e a seconda delle nuove necessità”. In questo senso la genitorialità responsiva diventa più difficile verso l’adolescenza, la ‘terra di mezzo’.

“Anche i genitori subiscono un totale mutamento durante l’adolescenza dei propri figli- afferma Dello Iacono- perché non comprendono più i ragazzi ma al contempo vorrebbero, i genitori, che i ragazzi rispondessero alle richieste, ai sogni degli adulti, ecco allora che la genitorialità responsiva se non viene attuata con il supporto può anche dar luogo a devianze del comportamento dei ragazzi. Non è un concetto teorico, astratto, la genitorialità responsiva è fatta di azioni concrete, azioni nelle quali i genitori devono essere supportanti”.
Dello Iacono, che si occupa di Pediatria territoriale, ma che ha lavorato per quarant’anni in ambito ospedaliero, conosce bene le emergenze e in particolar modo con le famiglie fragili. Dunque chi sono le famiglie fragili? “Non si tratta solo di povertà economiche, che sono importantissime, perché spesso mancano gli elementi necessari di benessere psicofisico per i bambini, si tratta anche di povertà educative”, spiega. “È stato dimostrato con vari studi che la povertà educativa è rilevante per quello che sarà il futuro di quel bambino. Se non fosse stato così, la Comunità europea non avrebbe puntato molto l’attenzione sugli aspetti educativi e del supporto”, sottolinea Dello Iacono. “Non è facile intercettare e curare questo tipo di problematiche, soprattutto se non ci sono le figure di riferimento sul territorio, che non è solo il pediatra, tanto che la SIPPS sta lavorando all’individuazione di infermieri domiciliari, degli educatori di quartiere e di tutti quegli operatori che si prendono cura dell’infanzia nel terzo settore. A questo i pediatri e le Società Scientifiche sono impegnati a dare una risposta. Il bambino non sostenuto sarà un cittadino, una cittadina, un adulto che non partirà con basi solide, le sue radici saranno fragili”.

Come si avvicinano le coppie che hanno in programma di avere un figlio al tema della genitorialità responsiva? “Il professore Giuseppe Saggese spiega chiaramente- afferma Dello Iacono- che bisogna educare alla genitorialità responsiva già nella giovane età, nell’adolescenza. Tutto quello a cui lavoriamo come pediatri deve iniziare ancora prima di diventare genitori”. Dai genitori ai giovani adulti, come si può intercettare questi ragazzi? “Nella fase adolescenziale- spiega Dello Iacono- raramente vengono condotti dal proprio pediatra, per cui gli adolescenti che si sentono impreparati dal punto di vista della relazione emotivo-sessuale, nelle sue scelte ed orientamenti, chi li intercetta? – si domanda la dottoressa- Bisogna chiedere aiuto alle istituzioni scolastiche. Gli insegnanti stanno a contatto per ore con questi ragazzi e possono individuare difficoltà e chiedere aiuto ad altri professionisti. Gli adolescenti frequentano le comunità parrocchiali, i gruppi di lavoro e studio, i social; ebbene questi ragazzi bisogna educarli ad una rigorosa scelta: la responsabilità. Si parte da lì, ma poi quando si decide di mettere al mondo un figlio, il pediatra deve lavorare con l’ostetrica e anche con le altre figure che curano la preparazione al parto, con i corsi specifici”.

Dello Iacono, riconosciuta esperta dall’OMS per la promozione e il sostegno dell’allattamento al seno, racconta di aver partecipato ai corsi di preparazione al parto. “In questi corsi non si fa solo preparazione al momento del parto, ma anche altre attività di coinvolgimento della coppia genitoriale o della mamma, come per esempio le letture ad alta voce da fare ascoltare al bambino in pancia. Sappiamo che il feto- spiega- è nella condizione di raccogliere e distinguere i suoni che arrivano dall’esterno. Cogliamo così l’occasione di parlare con la coppia di genitorialità responsiva, perché i genitori già si chiedono che cos’è e come affrontarla. Questo è un momento di prevenzione delle ansie e dei problemi che possono insorgere, delle solitudini, perché ricordiamo che i genitori si sentono spesso soli nella gestione delle prime fasi della vita del bambino. Credo che questa sia una sfida che dobbiamo accogliere e vincere, migliorando sempre più la preparazione dei pediatri in tal senso- conclude- e sono sicura che la SIPPS saprà farlo al meglio”.


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