«Mentre i governi procedono a rilento nella riduzione delle emissioni, la crisi climatica sta già colpendo molte comunità con incendi, inondazioni estreme e siccità. Siamo in corsa contro il tempo, e l’IPCC ha appena rafforzato ulteriormente la connessione tra le emissioni di gas serra e l’intensificazione degli eventi climatici estremi. Se i governi non riusciranno a migliorare in modo significativo gli attuali e assolutamente insufficienti obiettivi di riduzione delle emissioni al 2030, l’umanità intera potrebbe perdere questa sfida». Così Kaisa Kosonen, Senior Political Advisor di Greenpeace Nordic, commenta il rapporto del gruppo di lavoro 1 dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) presentato oggi a Ginevra.
Il rapporto, redatto dai più autorevoli scienziati al mondo che si occupano di clima e parte integrante del sesto rapporto di valutazione IPCC, riassume le ultime conoscenze scientifiche su ciò che sta accadendo al nostro sistema climatico. Mette inoltre in guardia rispetto a ciò a cui andremo incontro se non verranno intraprese azioni urgenti a difesa del clima.
«Non lasceremo che questo rapporto venga oscurato da ulteriore inazione. Lo porteremo con noi nei tribunali», continua Kosonen. «Rafforzando ulteriormente l’evidenza scientifica tra le emissioni prodotte dal genere umano e gli eventi climatici estremi, l’IPCC ha fornito nuovi e potenti mezzi, a tutti e ovunque, per ritenere l’industria dei combustibili fossili e i governi direttamente responsabili dell’emergenza climatica in corso. Basta guardare la recente vittoria in tribunale contro la Shell per rendersi conto di quanto possa essere potente la scienza dell’IPCC».
Per Greenpeace questo è un momento decisivo per le sorti dell’umanità e bisogna agire in modo commisurato all’emergenza che stiamo vivendo. Gli eventi meteorologici estremi alimentati dalle emissioni di gas serra sono più feroci che mai, ma allo stesso tempo si stanno facendo passi avanti nelle soluzioni. È dunque il momento di essere coraggiosi e pensare in grande. Per l’organizzazione ambientalista è necessario accelerare la transizione verde, garantendo giustizia e protezione alle comunità e alle persone che pagano i costi più alti per l’inazione climatica.
«Quest’anno l’Italia giocherà un ruolo decisivo perché ha la presidenza del G20 e la vice presidenza della COP26, ma purtroppo anche questo governo sta dimostrando di fare gli interessi delle aziende dei combustibili fossili, prima tra tutte ENI, e non quelli delle cittadine e dei cittadini italiani», dichiara Luca Iacoboni, responsabile Energia e Clima di Greenpeace Italia. «Continuare a promuovere energie inquinanti come il gas, insieme a false soluzioni come l’idrogeno blu ricavato da fonti fossili, significa restare dalla parte sbagliata della storia. Soluzioni alternative esistono e sono anche economicamente convenienti. Il solare e l’eolico, ad esempio, sono oggi il modo più economico per produrre nuova energia in gran parte del mondo, la mobilità a zero emissioni è una realtà, e perfino la finanza sta facendo passi avanti per abbandonare il carbone e le altre fonti fossili. Un mondo libero dai combustibili fossili è possibile, a mancare finora è stata solo la volontà politica».
Il rapporto presentato oggi dall’IPCC non affronta gli impatti della crisi climatica sugli esseri umani, né i modi per mitigare il riscaldamento del pianeta e i suoi impatti, poiché questi argomenti saranno affrontati nelle restanti tre parti del sesto rapporto di valutazione, che dovrebbe essere completato e pubblicato il prossimo anno.