Intelligenza artificiale per curare la pelle, ballare e dipingere

Quando si parla di Intelligenza artificiale si pensa a qualcosa di molto distante dalla vita quotidiana e dalle attività del tempo libero. L’AI è spesso associata a complessi sistemi tecnologici per aziende, sfruttati esclusivamente in campo industriale, healthcare o ingegneristico. Ci sono invece diverse applicazioni che non solo ci possono aiutare, ma anche allietare nella vita di tutti i giorni, o che operano in settori inaspettati, come il musicale o l’artistico. Eccone alcune:

L’Ai al servizio della musica

Siete fan di un cantante del passato, di un gruppo che si è sciolto? L’Intelligenza artificiale può incidere i loro nuovi album. Lo dimostra l’esperimento fatto da Over The Bridge, organizzazione canadese che tramite l’algoritmo ha “resuscitato”, quattro artisti scomparsi giovani: Amy Winehouse, Kurt Cobain, Jimi Hendrix e Jim Morrison. Il software di Google, Magenta Ai, all’interno dell’iniziativa Lost Tapes of 27 Club ha inciso dei brani musicali che, pur dichiaratamente falsi d’autore, per le loro caratteristiche potrebbero essere attribuiti agli artisti morti prematuramente. In passato Sony ha utilizzato lo stesso sistema per realizzare un nuovo brano dei Beatles (“Daddy’s Car”) e con il quale il gruppo californiano degli Yacht compose nel 2019 un album intero.

Poesie e testi degni di uno scrittore

Nel giugno 2020, una nuova e potente intelligenza artificiale ha stupito anche gli sviluppatori della Silicon Valley che l’avevano programmata. Chiamato GPT-3 e creato dalla società di ricerca OpenAI di San Francisco, è l’ultimo e il più potente di una serie di “grandi modelli linguistici”. Si tratta di intelligenze artificiali che generano flussi di testo fluenti dopo aver assorbito miliardi di parole da libri, articoli e siti web. GPT-3 era stato addestrato su circa 200 miliardi di parole. Il sistema è in grado di scrivere canzoni, storie, comunicati stampa, tab per chitarra, interviste, saggi, manuali tecnici.

I robot ballerini di Boston Dynamics

Per augurare ai suoi clienti Buon anno Boston Dynamics lo scorso 31 dicembre ha diffuso un video virale in cui i suoi robot umanoidi si scatenavano in un ballo al ritmo di “Do you love me?” dei The Contours con protagonisti quattro robot più che agili. La danza è avviata da “Atlas”, il robot umanoide nella sua ultima versione, più agile e leggero. È definito dall’azienda “una piattaforma di ricerca progettata per superare i limiti della mobilità del suo corpo”. Non commercializzato, Atlas è usato per capire quanto si può spingere la robotica in termini di mobilità. Il ballo dell’umanoide è accompagnato da quello che pare il loro animale da compagnia. Quattro zampe, giallo, collo lungo e quello che sembra a tutti gli effetti un becco. È “Spot”, il robot mobile progettato per operazioni di rilevamento, ispezione e monitoraggio.

Replika, l’AI che tiene compagnia

Replika è un software che fa le veci di amico, di un sostegno psicologico, che tiene compagnia a chi decide di usarla. Replika ha scatenato una lunga serie di polemiche legate al dubbio: può l’AI manipolare il comportamento degli esseri umani facendo leva su paure e preconcetti?

Quando l’AI diventa un pittore

“Faceless Portraits Transcending Time” è stata una mostra di stampe recentemente mostrata alla galleria HG Contemporary di Chelsea, l’epicentro del mondo dell’arte contemporanea di New York. Tutti sono stati creati da un computer. Il catalogo definisce lo spettacolo una “collaborazione tra un’intelligenza artificiale chiamata Aican e il suo creatore, il dottor Ahmed Elgammal”, una mossa volta a mettere in luce e antropomorfizzare l’algoritmo di apprendimento automatico che ha svolto la maggior parte del lavoro. Secondo HG Contemporary, è la prima mostra in una galleria dedicata a un artista dell’intelligenza artificiale.

Il consulente skincare digitale

L’Intelligenza artificiale si occupa anche di skincare. Dopo aver “insegnato” all’algoritmo cosa riconoscere dal punto di vista dermatologico, un Bot guidato da un’intelligenza artificiale potrà aiutare gli utenti – attraverso una app – a riconoscere velocemente i problemi della pelle indirizzandoli verso le giuste soluzioni o suggerendo un consulto con uno specialista, ma potrebbe anche consigliare una migliore routine per la cura della pelle (e della bellezza) e memorizzare la storia dermatologica della persona, così che l’utente abbia sempre sotto controllo il quadro generale della propria pelle.

Il “fisioterapista” in AI

Grazie all’intelligenza artificiale e a un robot è possibile seguire alcune terapie riabilitative nei pazienti che hanno problemi di mobilità a mani e braccia. A sviluppare questa soluzione sono stati i ricercatori dell’Università Carlos III e dell’Università politecnica di Madrid e dell’Ospedale Virgen del Rocío di Siviglia. Il progetto Naotherapist ha iniziato il suo lavoro nel 2013 per sviluppare un processo di riabilitazione grazie a robot umanoidi in grado di parlare, emettere suoni e luci di diversi colori, e che permettono di aumentare e catturare l’attenzione in ogni momento. In uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Sensors, gli studiosi hanno evidenziato come questo tipo di attività assistita dall’intelligenza artificiale abbia aumentato il grado di mobilità degli arti superiori dei bimbi colpiti da diagnosi di paralisi celebrale.


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