La generazione Alpha e la pandemia

Ottimisti, inclusivi e green, sono queste le caratteristiche dei giovani appartenenti alla generazione Alpha (nati dal 2010 in poi) emerse da “Gen Alpha Docet”, l’approfondimento dedicato alle ripercussioni della pandemia tra i più piccoli. L’indagine si inserisce all’interno di Opinion Leader 4 Future, programma di ricerca triennale dell’Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo (Almed), in collaborazione con le Media Relation di Credem. Il progetto è finalizzato ad analizzare la rilevanza ed il ruolo dei nuovi opinion leader nel panorama informativo nazionale ed internazionale.

La ricerca

In seguito all’emergenza nazionale vissuta nell’ultimo anno, l’Istituto Tips Ricerche, guidato da Daniela Fujani e Tecla Maffioli, e che collabora al progetto Opinion Leader 4 Future, ha effettuato una nuova indagine dal titolo “Gen Alpha Docet” volta a comprendere le caratteristiche dominanti nella generazione Alpha e i cambiamenti causati dalla pandemia.
Più nello specifico, l’analisi è stata condotta su un campione di 600 soggetti attraverso gruppi di discussione e interviste. Nel caso dei bambini più piccoli per rispondere alle domande è stata necessaria la partecipazione delle mamme, per questo il focus dell’approfondimento si è concentrato sui bambini dai 5 agli 11 anni. Tale indagine ha delineato i tratti della generazione Alpha facendo emergere quanto siano a proprio agio con le tecnologie sin dalla nascita (il 41% dei bambini tra i 2 e i 7 anni utilizzano app e i device irrinunciabili per questo target sono: smart tv per il 51% di loro, tablet per il 29% e smartphone per il 35%) e quanto rapportarsi ad essa sia naturale per loro. Anche dal punto di vista relazionale hanno sviluppato familiarità nei confronti degli assistenti digitali che diventano parte della famiglia e sono presenti nel 54% delle case con bambini tra i 2 e i 7 anni. Questa generazione è caratterizzata da una forte sensibilità nei confronti della tematica ambientale, inizialmente in modo ludico e poi sempre più consapevole, i bambini dimostrano di essere a conoscenza dell’importanza della lotta al cambiamento climatico. Impegno e responsabilità verso l’ambiente sono infatti rilevanti per il 71% della fascia più grande del target. Sono liberi dagli stereotipi e dai preconcetti delle generazioni precedenti: non conoscono differenze sociali e apprendono senza difficoltà nuove pratiche e comportamenti.

Come si informano gli Alpha?

Dall’indagine è emerso che dal punto di vista informativo i bambini manifestano grande duttilità e capacità adattativa, unendo più strumenti e più linguaggi; sono attratti dalla natura, dalla scienza e dal futuro, guidano la famiglia alla scoperta di nuovi contenuti imponendo i loro gusti e diventando propulsori della tecnologizzazione dell’ambiente familiare. Cercano attivamente informazioni sui loro interessi e sui loro idoli ricorrendo ai motori di ricerca e a YouTube (irrinunciabile per il 45% dei bambini tra gli 8 e i 10 anni: il 38% di loro segue i tutorial e il 36% guarda i video dei propri influencer preferiti, in un’ottica di informazione autonoma su temi per sé rilevanti) e interagiscono sui social come Tik Tok (cresciuto dal 13% al 35% dal 2019 ad oggi) e Twitch (cresciuto del 7%).

Le abitudini degli Alpha influenzano anche gli adulti, che a loro volta possono trarre dai più piccoli grandi insegnamenti: ricercare sempre la novità non cedendo alla noia ma riscoprendo nuove possibilità; adattarsi con ottimismo a nuove regole sviluppando un forte senso di responsabilità (il 43% dei bambini coinvolti ritiene una priorità e una scelta personale l’impegno a seguire le regole anti-Covid); guidare la famiglia verso un approccio alla tecnologia più naturale e disinvolto (per il 36% del campione essere tecnologicamente attrezzati e competenti è una priorità); vivere privi di stereotipi per aprirsi alla diversità, sentendosi liberi di essere ciò che si è.

L’effetto della pandemia sulle abitudini informative degli Alpha

La pandemia ha modificato le routine degli Alpha e ha aperto loro nuovi scenari di informazione e partecipazione. Durante il primo lockdown, i più piccoli si sono attivati per capire cosa fosse il Covid e quali fossero le buone pratiche, e si sono sentiti parte di una comunità pronta ad affrontare unita il problema. Con il secondo lockdown, è sopraggiunta anche per loro una sorta di saturazione dell’informazione, accompagnata dalla confusione e delusione del protrarsi dell’emergenza. In quest’ultimo anno, il mondo dei bambini ha lasciato più spazio a quello degli adulti, e ad esso si sono adattati con ottimismo e speranza, riuscendo anche a ricavare, al suo interno, un ruolo di responsabilità verso la società.

Nonostante questo faticoso e destabilizzante periodo, la difficoltà ha permesso ai bambini di sviluppare nuove competenze che li accompagneranno nel futuro permettendo loro di essere più accorti e preparati nei confronti del reperimento e dell’analisi delle informazioni. Dagli studi è emerso che per il 50% del campione la famiglia è il principale punto di riferimento per il chiarimento dei dubbi e per l’analisi delle situazioni, oltre che luogo fondamentale per la maturazione di un precoce senso critico e di un atteggiamento attivo verso la realtà che ci circonda. Tramite la famiglia, ma per i più grandi anche in maniera autonoma, si sono affacciati all’attualità, per esempio avvicinandosi ai volti e alle logiche della politica e partecipando al dibattito sull’apertura delle scuole. Tutto questo li ha portati a comprendere il valore dell’informazione e a costruire prima delle altre generazioni un forte senso di comunità e società.

“Questa ricerca mette in evidenza il ruolo della famiglia, la sua capacità di orientamento e filtro per i giovani e l’effetto di reciproca influenza tra le generazioni”, ha affermato Lucio Dionisi, Responsabile Media Relation di Credem. “In questa età i ragazzi iniziano ad affacciarsi al complesso mondo dell’informazione attraverso diversi canali, alcuni mediati, ma altri più diretti come i social, la televisione e le interazioni con gli amici. Diventa quindi molto rilevante il ruolo di interpreti svolto dai familiari che hanno anche il compito di facilitare lo sviluppo dell’autonomia nell informarsi dei ragazzi che si dimostrano rapidi nell’apprendimento e aperti alle novità stimolando gli adulti a restare al loro passo per poter essere un valido supporto”.

“Pur monitorando da sempre le giovani generazioni, la generazione Alpha ci colpisce per la sua marcia in piu” affermano Daniela Fujani e Tecla Maffioli di Tips Ricerche “i bambini sapranno fare tesoro di questo periodo di emergenza sanitaria: in particolare hanno aumentato la tecno competenza rivelando un rapporto con la tecnologia realmente disinvolto, naturale, spontaneo che non vede cesure nette tra la nostra vita on e off line”.

“Un altro elemento che li caratterizza è un potente senso del futuro: hanno una reale fiducia nel progresso e in una scienza «buona», non si abbandonano al facile cinismo/ nichilismo che ha pervaso altre generazioni prima di loro. Si sentono cittadini del Pianeta Terra e da qui deriva il loro forte senso ecologico: un approccio non solo teorico o ideologico, ma che si traduce fattivamente in comportamenti virtuosi e sostenibili” concludono le due ricercatrici.


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