Giornata Mondiale dell’Ambiente: il ruolo dell’idrogeno

Mancano ormai pochi giorni al vertice del G7, che si terrà dall’11 al 13 giugno in Cornovaglia, Regno Unito.

È però già stato reso noto il documento ufficiale prodotto, dopo una due giorni di incontri virtuali, dai ministri dell’ambiente dei Paesi membri. Il testo sigla l’impegno a decarbonizzare completamente tutti i settori energetici entro il 2030, oltre che a interrompere ogni investimento diretto nel carbone già dalla fine del 2021: di fatto, conferma quindi l’intenzione di perseguire gli obiettivi energetici previsti dall’Accordo di Parigi, mirando a contenere il riscaldamento globale a 1,5 gradi.

Nonostante il documento contenga una clausola che autorizzerebbe i governi a finanziare il carbone in “circostanze limitate a discrezione di ogni Paese”, si tratta comunque di un importante passaggio del percorso verso la piena Decarbonizzazione. Dicendo definitivamente addio al carbone, diviene fondamentale investire in fonti di energia alternative e rinnovabili: tra queste, un’opzione ancora non del tutto esplorata è sicuramente rappresentata dall’idrogeno.

È infatti il medesimo testo emanato dal G7 a riconoscerlo, nelle sue modalità di produzione più sostenibili, come un tassello importante per raggiungere l’obiettivo dell’impatto zero. Viene inoltre esplicitato l’impegno dei Paesi partecipanti al vertice ad aumentare gli sforzi ad accrescerne l’utilizzo, con l’obiettivo di sviluppare un mercato internazionale ad esso collegato, aprendo nuovi scenari anche in termini di occupazione.

L’idrogeno è insomma pronto ad assumere un ruolo di rilievo nella transizione verso le emissioni zero. Ma il contesto normativo di riferimento riuscirà a supportare questa evoluzione? In occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, Osborne Clarke, studio legale internazionale, prova a rispondere a questo interrogativo.


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