L’Arte che dà voce per un nuovo patto di cittadinanza

ragazziPiù di 600 i bambini e ragazzi coinvolti nelle attività di ARTvocacy® ideati e realizzati da ForMattArt, all’interno del progetto di Giustizia Riparativa Un patto di cittadinanza per riparare la ferita del reato finanziato dal Por FSE Regione Lombardia che vede capofila il Comune di Rozzano.

Il Comune di Rozzano ha coinvolto alcuni enti e associazioni del terzo settore che si occupano di Giustizia Riparativa e di linguaggi artistici per favorire – oltre alla responsabilizzazione, al riconoscimento della vittima e la riparazione dell’offesa – il coinvolgimento della comunità nel processo di riparazione.

Comunità intesa come attore del processo di rigenerazione dell’alleanza di comunità, del patto di cittadinanza per rafforzare le basi di un percorso di prevenzione di quei comportamenti non penalmente perseguibili, ma in grado di incidere sul grado di percezione del senso di sicurezza dei cittadini.

La giustizia riparativa (restorative justice) è un dispositivo innovativo teso a mettere in atto procedimenti in cui la vittima e il reo, nonché altri eventuali soggetti o comunità lesi da un reato, partecipano attivamente insieme alla risoluzione delle questioni emerse dall’illecito, generalmente con l’aiuto di un facilitatore.

ForMattArt si occupa del “dar voce”, dell’advocacy, del diritto dei minori, di tutti i minori, ad essere ascoltati, partecipa al progetto con ARTvocacy®, cura i laboratori artistici organizzati in 30 classi individuate come primo campione sperimentale degli Istituti Comprensivi Statali di Rozzano e con un gruppo di studenti del Centro di formazione professionale di Rozzano.

L’ARTE di DAR VOCE, ARTvocacy® è la storia di un incontro che prosegue da 10 anni: il filo rosso dell’ARTE abbraccia le azioni di ADVOCACY per dar voce a chi non ce l’ha.

ForMattArt ha ideato e sperimentato in alleanza con il Comune di Rozzano e le scuole coinvolte, un percorso educativo e formativo che, attraverso differenti linguaggi artistici, dia voce a bambini ed adolescenti, accompagnandoli nel delicato processo della crescita e dell’autonomia.

Con ARTvocacy®, l’arte entra a scuola non per insegnare, ma per allenare, alunni ed insegnanti, all’approccio creativo. L’arte diventa il PONTE tra il mondo degli adolescenti e gli adulti di riferimento (insegnanti, dirigenti, genitori) con l’obiettivo di potenziare la relazione educativa.

I laboratori artistici proposti parlano di metamorfosi, individuale e collettiva, per prendersi cura di sé e delle proprie emozioni, riconoscere quelle degli altri e sapersi misurare con esse, riflettere sulle azioni che possono trasformare le situazioni di conflitto e favorire il ben-essere dentro e fuori la scuola.

Attraverso l’arte, la fotografia, la scrittura, l’architettura, la manipolazione di materiali si arriverà alla costruzione di un’opera collettiva che sarà donata alla comunità educante e a quella territoriale.

Tre i linguaggi attraverso i quali si sviluppano i laboratori, 5 le figure professionali coinvolte: Alice Patriccioli per il laboratorio di Arti visive, Dominique Raptis per l’architettura, Federica Di Rosa per la drammaturgia, Carmen Palumbo per la comunicazione sociale delle attività realizzate, Iris Caffelli per la parte organizzativa e la costruzione della rete territoriale.

La DRAMMATURGIA. Parole per dire, parole per cambiare, parole ferite che aprono a pensieri e domande, parole per ricucire e ricreare un contatto tra noi e gli altri. Partendo da testi, storie, poesie, canzoni, lavoreremo sulle parole che – come cocci – sono rimaste spezzate ma che – come frammenti – rimandano sempre a un tutto da ricostruire. Che peso hanno queste parole? Quale suono? Che cosa ti fanno venire in mente? Come possono diventare azioni e tendere il filo che permette un dialogo con l’altro? Insieme ai bambini e ai ragazzi costruiremo una drammaturgia collettiva, un coro di parole, frasi, voci intrecciate per raccontare lo strappo e il conflitto ma anche le diverse possibilità di cambiamento.

ARTI VISIVE Partire da sé per capire l’altro. Iniziare dal proprio mondo interiore per comprendere ed accettare il mondo fuori. Cominciare dai frammenti di sé per riconoscere, come in uno specchio, quelli degli altri. Empatia per ricostruirsi e ricostruire, per aprire lo sguardo ed aprirsi a nuove prospettive e punti di vista. Empatia per costruire relazioni ed intrecci di storie, reti di condivisioni e bellezza. Diamo forma alle parti del corpo in cui risiedono le emozioni, dove sentiamo il batticuore e l’inquietudine, l’agitazione e l’allegria, la sorpresa e la vergogna. I frammenti personali si uniscono, come fossero cuciti da un filo, a formare un grande e unico corpo vibrante pieno di sensazioni.

Emozione | ex-movere. Agitare fuori sé | muovere fuori | scuotere fuori. Il corpo veicolo di emozioni, il corpo da cui sentiamo, il corpo in cui sentiamo. Dove senti il batticuore? E l’inquietudine, l’agitazione, l’allegria, la sorpresa o la vergogna? Attraverso il laboratorio I LUOGHI DELLE EMOZIONI i bambini danno forma alle emozioni attraverso le parti del corpo in cui esse risiedono.

Laboratorio di ARCHITETTURA. Come rimediare alle conseguenze lesive del danno provocato dall’uomo all’ambiente e alla società? Sull’attualissimo esempio del nuovo rapporto da stabilire tra città e natura, mostrare come cambiare prospettiva è alla base del cambiamento necessario per il rimedio del danno. Laboratori paralleli di progettazione architettonica e paesaggistica si ricongiungono in un’opera collettiva permanente che diventa simbolo di una nuova realtà, mentre azioni puntuali eseguite con i ragazzi sul territorio innescano nuovi legami.

A ottobre verrà inaugurata l’installazione collettiva che accompagnerà gli spettatori in un percorso attraverso le voci e le immagini dei bambini e ragazzi coinvolti.

 


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