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Il lockdown ha influenzato il ritmo del sonno

sonnoSpesso sottovalutato, il sonno è strettamente collegato alla qualità della nostra salute fisica e mentale e, in occasione della prossima Giornata Mondiale del Sonno (Venerdì 19 marzo 2021), si torna a riflettere su questa abitudine in grado di garantirci il benessere dettato dai buoni ritmi di veglia-sonno.

Secondo ASSIREM ETS (Associazione Italiana per la Ricerca e l’Educazione nella Medicina del Sonno) sono 9 milioni gli italiani che soffrono di insonnia cronica (il 15% della popolazione) con una predominanza di donne e anziani (entrambi il 60%).

Da quando la pandemia da Covid-19 ha letteralmente invaso la nostra quotidianità sono emersi nuovi dati che raccontano come il lockdown e l’isolamento sociale abbiano influito in modo importante sul nostro stile di vita a svantaggio della qualità del sonno.

Secondo gli ultimi dati raccolti da uno studio basato sulle ricerche effettuate in Google durante la pandemia, nei primi 5 mesi del 2020 sono state eseguite 2,77 milioni di ricerche sul tema insonnia. Lo studio, pubblicato sul Journal of Clinical Sleep Medicine, evidenzia un aumento del 58% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Dati importanti su cui riflettere arrivano anche dall’indagine svolta da Dorelan Research, un progetto scientifico a cura di un comitato autonomo e indipendente che vede il coinvolgimento di docenti universitari e specialisti in discipline medico-sportive, con l’obiettivo di sviluppare e promuovere progetti di ricerca sulla correlazione tra sonno e benessere e sul miglioramento dell’equilibrio psico-fisico nella vita di tutti i giorni.

Lo studio ha messo in luce che il lockdown ha influenzato in modo significativo il ritmo del sonno. Lo ha dichiarato il 53% degli intervistati evidenziando che, nel 76% dei casi, si è trattato di un’influenza negativa. La latenza del sonno è stata pari a 20-30 minuti per 216 persone, 5-10 minuti per 195 persone e 10-15 minuti per 179 persone.


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