Social media: ecco le tendenze del 2021

Se i comportamenti degli utenti sono cambiati, le piattaforme social non sono rimaste a guardare: rispondono ai cambiamenti dettati dalla pandemia e anticipano le tendenze del 2021 introducendo nuove funzionalità e strumenti. Facebook e Instagram rafforzano le aree legate all’e-commerce e spingono l’acceleratore sulla creazione di funzionalità utili ad attirare i creator, mentre LinkedIn guida i suoi utenti verso percorsi di carriere ideali. È quanto emerge da un’analisi condotta da DeRev, l’azienda italiana di servizi e strategie digitali, crowdfunding e comunicazione sui social media, fondata e guidata da Roberto Esposito, insignito dal Parlamento Europeo in collaborazione con Microsoft della qualifica di Digital Democracy Leaders.

Nel corso del 2020 è mutata la modalità di fruizione dei contenuti sul web: stando a casa è diminuita la quota di utilizzo dei device mobili ed è aumentata la navigazione da desktop. Si usano ancora molto gli smartphone, ma connessi al wifi casalingo e, comunque, vengono preferiti gli schermi più grandi. Di questo stato di “iper-connessione” possono beneficiare tutti i servizi online, a patto di insistere su driver che rispondano a specifiche esigenze all’interno di un’esperienza sempre più omnicanale centrata su valore, in termini di servizio proposto, e convenienza, in termini di accessibilità.

La pandemia ci ha cambiato – commenta Roberto Esposito, esperto di innovazione, strategie di comunicazione e marketing non convenzionale, imprenditore particolarmente seguito sui social media, con oltre 64mila follower su Facebook (fb.com/about.Rob) e 32mila su Instagram (@RobertoEsposito85), dove quotidianamente fornisce informazioni e contenuti utili sul mondo dell’imprenditoria e delle startup e sui principali trend del web – Nel corso dell’anno abbiamo assistito ad un mutamento nella percezione dell’utilità della tecnologia nella vita di tutti i giorni e la crescente digitalizzazione ha trasformato il modo in cui ci approcciamo a molti settori del nostro Paese: da quello della finanza a quello della vendita al dettaglio (il cosiddetto retail), passando per l’intrattenimento, il fitness e la salute. In particolare, questo periodo ha fatto capire a molti scettici (e conservatori) che internet e il web possono essere un amplificatore delle esperienze e soprattutto un facilitatore tra domanda-offerta. È chiaro che si tratta di mutamenti destinati a rimanere anche nel lungo periodo, che non spariranno con l’auspicato rientro dell’emergenza. In molti casi questo è un bene e può generare nuove opportunità di crescita e sviluppo”.

L’impossibilità di muoversi liberamente, infatti, ha enfatizzato il bisogno di sfruttare la Rete per sopperire alle attività che richiedevano la presenza fisica, creando nuove abitudini di comportamento. Sono stati sperimentati ad esempio nuovi livelli di interazione tra aziende e consumatori, che hanno delineato il profilo dei novelli internauti italiani.

Secondo un recente rapporto di McKinsey, dall’inizio dell’emergenza il 66% degli utenti in Italia è ricorso a nuovi comportamenti di acquisto, affidandosi ad un Brand diverso (rispetto ad uno abituale), servendosi di un sito anche in questo caso meno “consueto” e, dato ancora più importante, circa il 70% ha intenzione di continuare con un approccio innovativo e digitalizzato. In questa ottica, il contesto digitale è diventato non solo un canale di vendita ma una “declinazione di strumenti”; strumenti che interagiscono a vario livello lungo tutto il processo d’acquisto (customer journey del cliente-tipo) e che creano delle opzioni di relazione diverse tra il consumatore e il Brand, che una normale situazione offline escluderebbe.

Allo stesso tempo gli italiano hanno anche sviluppato un desiderio di intrattenimento e comunicazione, dettato probabilmente dalla voglia di evadere dalla clausura domestica e, al contempo, ad usare alcuni strumenti di apprendimento e di home working/smart working. Il 73% del campione, sempre secondo McKinsey, ha dichiarato che continuerà a servirsi dello streaming online e il 43% delle videoconferenze per uso professionale. Un buon numero di utenti continuerà, inoltre, a seguire lezioni online per tenere in forma il corpo e la mente (rispettivamente 47% e 49%).

Secondo DeRev, proprio questo cambio di paradigma ha permesso a molte piattaforme social di prepararsi e “attrezzarsi”, in vista del futuro. Facebook, ad esempio, che nei mesi scorsi ha lanciato in Italia (e nel mondo) un programma di sostegno per le PMI da 2 milioni di euro ha deciso di puntare sull’area e-commerce, con lo Shops e la feature Gestore delle vendite: le aziende avranno così la possibilità di creare e personalizzare la propria vetrina digitale, caratterizzata da opzioni utili e pagamenti sempre più rapidi e “semplici”.

Anche per Instagram lo sviluppo dello spazio e-commerce è il vero obiettivo principale del prossimo anno, e verranno aggiunti ancora più strumenti d’acquisto integrati con il Business Manager di Facebook. Transazioni in pochi clic, strumenti AR e tag dei prodotti nei video promettono di ampliare il ciclo di affari imputabile alla piattaforma.

Per quanto riguarda LinkedIn, invece, il “social per i professionisti” numero uno al mondo, dopo l’introduzione del formato stories (che, per adesso, non sembra aver sortito l’effetto desiderato) pare sempre più intenzionato a sfruttare i dati dei suoi utenti per fornire loro maggiori informazioni e guidarli verso un ideale percorso di carriera. A tal proposito, Career Explorer evidenzia possibili percorsi di “avanzamento” in base alle competenze ed esperienze possedute.

Gli esperti di DeRev mettono infine in rilievo come sia Facebook sia Instagram siano fortemente orientate alla creazione di funzionalità utili ad attirare “creator”, utenti che realizzano e condividono contenuti originali come video, dirette streaming e contenuti multimediali. “In questo modo – precisa Roberto Esposito, ceo di deRev – mirano ad aumentare la qualità dei contenuti e l’interazione con il pubblico nonché attirare la fascia di utenti più giovane. Sia Facebook che Instagram, infatti, stanno prendendo molto spunto da altre piattaforme nate negli ultimi anni, per cui da un lato Facebook sta incentivando l’utilizzo di strumenti e sezioni dedicate al Gaming per attirare gli utenti di Twitch, o al Dating per attirare gli utenti di Tinder, mentre dall’altro Instagram sta spingendo su funzionalità come Storie e Reels per attirare gli utenti di Snapachat e soprattutto Tiktok”.


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