Anziani in una danza che riscalda il cuore

È una giornata come tante a Corte Busca di Lomagna, Centro Diurno Integrato con alloggi protetti per anziani facente parte della Cooperativa Sociale L’Arcobaleno di Lecco. Anzi, per l’esattezza non è una giornata come le altre. Questi sono tempi duri, in cui il Covid ha cambiato inesorabilmente la vita di tutti, comprese quelle dei tanti anziani che trovano rifugio e sostegno in queste strutture.

Oggi è una giornata diversa per gli otto ospiti che attualmente vivono presso gli appartamenti protetti di Corte Busca. La mattinata comincia come da programma, ma durante l’ora di animazione musicale succede qualcosa di sorprendente. Gli anziani del Centro amano la musica, si sa, ma il brano che stanno ascoltando ora ha una forza, una vitalità, qualcosa di diverso, un’energia che anima in loro un sentimento nuovo, una reazione improvvisa che va oltre il normale ascolto. La musica e il video in questione, in onda sulla Smart Tv della Sala Comune, è Jerusalema, una canzone gospel, una preghiera cantata in lingua Venda diventata una dance challenge virale su YouTube e Tik Tok l’estate scorsa. L’operatrice che ha scelto la canzone è la più stupita di tutti: “Ogni giorno, mattina e pomeriggio, i nostri anziani sono abituati a condividere insieme un momento dedicato alla musica che tanto li fa stare bene, fa parte del percorso di riabilitazione. Spesso si tratta di pezzi popolari o in dialetto capaci di risvegliare la memoria dei malati di Alzheimer, perché la musica non è solo intrattenimento, ma anche uno strumento di lavoro fondamentale per migliorare la loro condizione. La melodia migliora i disturbi comportamentali, rasserena e risveglia dal torpore. Ma quello che è successo con Jerusalema è diverso, non ho mai visto in loro una reazione impulsiva di tale portata, l’ho percepita sui loro volti”.

È in questo preciso istante che nasce un’idea. L’operatrice chiede a tutti se gli piacerebbe imparare a muoversi su questo pezzo tanto coinvolgente e gli anziani lasciano subito trasparire il loro desiderio di voler partecipare, di provare qualcosa di nuovo.

A quel punto l’operatrice coinvolge tutte le altre colleghe del Centro in questa entusiasmante impresa: imparare insieme il balletto di Jerusalema per insegnarlo e danzarlo insieme agli anziani che vivono nel Centro. Da lì nasce un confronto continuo tra le operatrici, che una volta a casa, terminato il lavoro, provano i passi, imparano il testo e condividono video casalinghi per confrontarsi, scherzare e parlare dei progressi giornalieri.

E poi il giorno della messa in opera arriva e si parte: le operatrici sono ai loro posti, via alla musica e si comincia! Mani che si muovono, braccia che si agitano, piedi che battono il tempo, sorrisi gioiosi che prendono forma sui visi, voci che si uniscono in coro nel canticchiare l’armonia. I primi ospiti cominciano ad alzarsi, anche quelli che abitualmente non riescono e fanno più fatica di altri. Leonardo, detto Leo, nella sua vita non ha mai ballato, ma si alza, dicendo che vuole essere parte di questo attimo anche lui. Leo ha un blocco motorio fin da molto giovane e ha difficoltà ad alzare le braccia. Questa volta il deambulatore a cui si appoggia abitualmente per muoversi diventa un sostegno per camminare a ritmo sulle note di Jerusalema. È un crescendo di emozioni: operatrici che guidano gli ospiti nei passi e ospiti che ballano insieme proprio come una grande famiglia allargata. Tutti vivono un momento di gioia difficilmente descrivibile. Non è facile vedere questi otto anziani, che vivono insieme da tempo, esprimere una così tale passione come oggi. Anche Franco, uno degli ospiti, balla come se avesse vent’anni di meno e Piera, che una volta era una volontaria del Centro e da qualche tempo è diventata una degli ospiti che vi risiedono, ha sorpreso tutti chiedendo di potersi unire alle danze insieme alle operatrici. È bastato uno sguardo per capirsi, un’occhiata carica di significato che vuol dire tutto per questa famiglia, perché di famiglia si parla: operatrici e ospiti sono proprio questo, un grande nucleo familiare che condivide tutto, progressi, gioie e dolori. La musica finisce ma l’allegria rimane e Leo scherza: “Adesso siamo pronti per andare a ballare in discoteca”!

Maurizio Volpi, Coordinatore di Corte Busca e Vice Presidente della Cooperativa Sociale L’Arcobaleno, commenta così questo prezioso momento: “È stupefacente poter essere testimoni di così tanta vitalità, così tanta gioia di fare e condividere, soprattutto in questo momento, un periodo particolarmente difficile che ci costringe anche a rivedere la pianificazione delle nostre attività sulla base della normativa anti Covid per garantire la sicurezza di operatori e ospiti. Abbiamo il dovere di essere armoniosi, soprattutto ora. Grazie all’aiuto di un giovane 23enne videomaker di Calolziocorte, Jonathan Galarraga Alvarez, che si è offerto di aiutarci in modo totalmente gratuito, siamo riusciti a realizzare questo piccolo, ma significativo video dei nostri ospiti che vivono un momento incredibile, per dare un messaggio di speranza, di fiducia e serenità ai loro familiari e non solo”.

Prosegue Jonathan Galarraga Alvarez: “Dal mio punto di vista di professionista e di persona estranea a questa realtà, è stata una sorpresa vedere con i miei occhi l’unione evidente tra ospiti e operatori, è stato veramente difficile decidere quali parti dei video tagliare perché erano davvero tutti carichissimi! Si percepisce realmente il legame attraverso l’attività di gruppo e i primi piani carichi di emozioni e significato, inoltre sono rimasto davvero colpito da come alcuni anziani hanno improvvisato dei passi spontanei perfettamente combinati al ritmo.”

L’equipe di Corte Busca si è unita ancora di più e motivata per lavorare su questo piccolo, ma importante progetto. Un modo anche per abbassare il livello di tensione e di fatica a cui le operatrici sono sottoposte ogni giorno.

“È una grande emozione per noi vedere che le attività che programmiamo e che studiamo per i nostri ospiti danno i loro frutti” dichiara Maurizio Volpi. “Va da sé che l’animazione musicale è strettamente collegata alla riabilitazione motoria che studiamo e coordiniamo. Quotidianamente svolgiamo un’attività di gruppo e due volte a settimana hanno luogo sessioni individuali più mirate. Quello della Cooperativa Sociale L’Arcobaleno è uno stile ben preciso finalizzato a contrastare il processo di deterioramento e stimolare il benessere psico-fisico e la prevenzione di manifestazioni di disagio. Al primo posto mettiamo i bisogni non solo sanitari, ma anche sociali, relazionali, emotivi, culturali degli anziani grazie ai nostri operatori che lavorano nei Centri sparsi sul territorio della provincia di Lecco, pronti a stimolare continuamente gli ospiti a essere attivi e partecipi alla propria esistenza. Tutto quello che facciamo è pensato per loro: al di là che lo ricordino o meno, abbiamo il dovere di regalargli momenti felici. Questo è il nostro lavoro: prendercene cura con professionalità e tenerezza”.

“Se vuoi l’arcobaleno, devi rassegnarti a sopportare la pioggia” DOLLY PARTON

“Ma non è detto che non si possa ballare sotto” CORTE BUSCA, 2020


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