Coronavirus, calo del lavoro per liberi professionisti e imprese

Vertiginoso calo del lavoro per l’83% di liberi professionisti e imprese. La possibile soluzione? Un’indennità da mancato lavoro da parte dello Stato. Smartworking scelto da 1 azienda su 4. Questi alcuni dei risultati dell’indagine di ProntoPro su come il Coronavirus sta influenzando la libera professione

Un sondaggio
Che impatto sta avendo il Coronavirus sui professionisti italiani e come influenzerà le decisioni del Governo in materia di lavoro autonomo? ProntoPro.it, portale numero uno in Italia per domanda e offerta di servizi professionali, ha provato a chiederlo direttamente alle imprese e ai lavoratori iscritti al portale, nelle ore immediatamente successive all’annuncio che l’intero territorio italiano sarebbe diventato “zona rossa”.

Hanno risposto all’appello più di 3.000 professionisti, desiderosi di unire le proprie voci in concrete richieste alle istituzioni. Un campione molto eterogeneo di lavoratori impiegati in più di 500 categorie di servizi, da idraulici ad avvocati, passando per psicologi, imbianchini, elettricisti e personal trainer.

L’83% degli intervistati evidenzia che il Coronavirus ha avuto un impatto negativo sul proprio lavoro generando un sostanzioso calo, per il 63% dei professionisti il lavoro sta fortemente diminuendo, il restante 20% ha percepito un calo un po’ più lieve, ma sempre importante.

In merito alle risorse che lo Stato potrebbe mettere a disposizione per fronteggiare la crisi i professionisti stilano una propria classifica delle priorità. Al primo posto troviamo la richiesta di un’indennità da mancato lavoro parametrata all’effettivo periodo di sospensione dell’attività, seguita dalla proposta di sospendere o posticipare il pagamento di tasse, bollette, premi assicurativi fino al termine della crisi. Come terzo ammortizzatore sociale i liberi professionisti scelgono la sospensione dei mutui per le imprese concessi dalle istituzioni dedicate.
Meno rilevanti, nell’immediato, per uscire dalla crisi sembrano essere la sospensione dei mutui per la casa e la proroga dei bandi per l’accesso alle misure incentivanti del Ministero dello Sviluppo Economico.

Come cambia il lavoro ai tempi del Coronavirus
Analizzando la reazione delle imprese composte da più di un dipendente, l’indagine evidenzia che 1 azienda di servizi su 4 è riuscita a organizzare il proprio organico in smartworking, mentre le restanti hanno scelto di non apportare modifiche (37,6%) o mandare in ferie il proprio personale (37%).
Le imprese che hanno deciso di agire a tutela del proprio ambiente di lavoro, l’hanno fatto attraverso le seguenti misure precauzionali: l’83% dei professionisti ha condiviso con i propri dipendenti informative su come prevenire il contagio, il 68% ha applicato linee distanziali per il rispetto delle distanze fra le persone e igienizzato gli ambienti lavorativi, il 60% ha fornito mascherine e guanti e il 55% ha regolato l’afflusso dei dipendenti. Una piccola parte dei professionisti intervistati afferma che provvederà solo nei prossimi giorni all’implementazione di tali misure.

La mappa del calo di ingaggi e i settori più colpiti
Puglia, Toscana e Lazio risultano le regioni più influenzate dalla diffusione del Coronavirus, i professionisti hanno visto calare qui, in maniera vertiginosa, il lavoro. Nonostante sia uno dei territori focolaio della malattia, il Veneto ha stimano ad oggi un calo inferiore rispetto alla media nazionale.
Liguria, Abruzzo e Trentino Alto Adige le regioni con una situazione leggermente migliore, ma sempre caratterizzata da una diminuzione della domanda.

I settori più colpiti sono quelli legati agli organizzatori di eventi e feste: le richieste per wedding planner, servizi di catering, DJ e gruppi musicali si sono praticamente azzerate; anche il noleggio di veicoli ha subito un forte arresto, come tutto il mondo delle lezioni private dedicate a musica, lingue straniere e ripetizioni scolastiche. L’organizzazione di lezioni online è una soluzione che in molti stanno prendendo in considerazione, ma si tratta di un’alternativa non sempre facile da implementare.
Commercialisti e avvocati, ma anche liberi professionisti che offrono servizi legati alla riparazione di telefoni e tablet e al mondo del giardinaggio sembrano aver subito un minor calo.


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