La Lombardia è la regione con più detenuti

In Lombardia ci sono circa 8500 detenuti di cui circa 3500 a MilanoPiù del 33% sono stranieri e circa il 40% ha alle spalle una storia di tossicodipendenza. I problemi principali che si incontrano, a livello sanitario, tra i detenuti sono, tra i vari, la tossicodipendenza, il disagio psichico, le malattie infettive, le malattie croniche come ad esempio la bronchite cronica.

IL XX CONGRESSO SIMSPE A MILANO – Se ne parla a Milano, presso l’Auditorium Testori del Palazzo Lombardia, durante iXX Congresso Nazionale SIMSPE, Agorà Penitenziaria 2019, intitolato “Il carcere è territorio”Circa 200 i partecipanti, provenienti da tutta Italia. L’appuntamento, organizzato in collaborazione con Regione Lombardia e SIMIT – Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, presieduto dal Roberto Ranieri, Coordinatore Sanità Penitenziaria Regione Lombardia, rappresenta il momento di confronto fra tutti coloro che, a vario titolo, si occupano di sanità e di salute all’interno degli Istituti Penitenziari e che intende fornire spunti per una riflessione approfondita del fare salute in carcere.gione Lombardia conta 18 istituti penitenziari sui 190 nazionali. Qui la capienza regolamentare stabilita per decreto dal ministero della Giustizia sarebbe di 6.199 detenuti, ma l’ultimo censimento ufficiale ha contato 8.472 reclusi (1.306 già condannati ma non in via definitiva e 1.098 ancora in attesa del primo grado di giudizio). Queste stime confermano che la Lombardia è la regione d’Italia con il maggior numero di detenuti. A seguire la Campania (7.606), il Lazio (6.483) e la Sicilia (6.396). In un clima altamente esplosivo.

“La regione Lombardia presenta una caratteristica: qui la salute penitenziaria resta in carico alle Aziende Ospedaliere, mentre nelle altre ragioni italiane è gestita dalle ASL – dichiara Roberto Ranieri, Presidente del XX Congresso Simspe – L’accesso alle cure è garantito con pari dignità rispetto al cittadino libero in tutte le Regioni, ma alcune, soprattutto quelle autonome, non hanno ancora applicato tutti i criteri previsti nel decreto di passaggio dal Ministero della Giustizia a quello del Welfare che risale all’aprile 2008″.

QUESTIONE ABUSI – L’attualità insegna che gli abusi fisici nelle carceri esistono, seppur se ne parli pochissimo. Un argomento spinoso, delicato, ma che deve essere comunque affrontato, così da trovarne soluzioni e correzioni nelle pratiche. Secondo i dati dell’Osservatorio Antigone, nel corso del 2018 si sono registrati 120 nuovi casi, quindi un episodio ogni tre giorni, relativi a presunti abusi, maltrattamenti, diritti non rispettati e condizioni strutturali allarmanti. Sono inoltre aumentate le violenze carnali tra detenuti e quadruplicate, secondo il Sindacato Penitenziari, le aggressioni nei confronti dei poliziotti penitenziari.

Nelle nostre carceri possiamo distinguere due tipi di riferiti abusi – specifica il Dott. Ranieri – quelli legati a violenza anche sessuale tra detenuti e quelli operati dal personale di polizia penitenziaria. Dei primi c’è poca conoscenza, anche perché i detenuti stessi preferiscono non ammetterli, i secondi sono sicuramente in diminuzione, anche per un’azione decisa dell’Amministrazione Penitenziaria”.


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