Le persone che lavorano nei turni notturni, o in orari che interrompono il sonno, possono avere maggiori probabilità di sviluppare la depressione rispetto agli individui con un lavoro normale, secondo una nuova ricerca.
“Sappiamo che il lavoro a turni altera il ritmo circadiano, ovvero il nostro normale ciclo di sonno-veglia, che corrisponde al ciclo giorno-notte”, ha affermato Luciana Torquati, autrice principale del nuovo studio e ricercatrice dell’Università di Exeter, nel Regno Unito. “Questa interruzione può rendere le persone lunatiche e irritabili e portare all’isolamento sociale poiché il time-off dei lavoratori a turni corrisponde agli impegni di lavoro e di vita della famiglia e degli amici”, ha specificato la Torquati.
In particolare, lo studio, pubblicato sull’American Journal of Public Health,
ha rilevato che i lavoratori a turni avevano il 33% più probabilità di avere la depressione rispetto alle persone che non lavoravano di notte o in orari irregolari.
Le donne sono apparse particolarmente vulnerabili agli effetti negativi sulla salute mentale del lavoro a turni.