La cerebral palsy, quando è colpa del medico? Tornano a Milano le serate AMLA (Associazione Medico Legale Ambrosiana) per riunire gli specialisti del settore e discutere insieme della valutazione sempre più accurata di questa gravissima condizione clinica infantile. La quarta serata AMLA ha avuto luogo lunedì 17 giugno.
La cerebral palsy è un evento, fortunatamente, piuttosto raro ed è definito, sotto il profilo scientifico, come un gruppo eterogeneo di sindromi non progressive caratterizzate da turbe motorie e di postura, conseguenti ad affezioni varie che colpiscono il sistema nervoso centrale del feto durante le prime fasi del suo sviluppo. Le conseguenze sono generalmente drammatiche dal punto di vista motorio (frequentemente tetraplegia) e cognitivo (gravissimi deficit).
La frequenza del fenomeno è di circa 2 su 1000 nati vivi (in Italia sono stimati circa 900 casi all’anno) è più alta nei nati pretermine ed aumenta con il diminuire dell’età gestazionale al parto, anche se nel 60% dei casi si verifica nelle gravidanze a termine. Sono molte le patologie e le situazioni che devono essere considerate come fattori di rischio per lo sviluppo della cerebral palsy: basso peso alla nascita, eclampsia, fumo, alcolismo, placenta previa ecc…. Nell’ambito della medicina legale, l’interesse maggiore è per quei casi in cui il fatto ipossico cerebrale, che giustifica la gravità della situazione clinica del neonato, avviene durante il parto e che a volte, quindi, può ricondursi ad errori nella valutazione sulla sussistenza del fenomeno (errate interpretazioni della situazione clinica generali, non congruente lettura dei tracciati cardio-tocografici che servono a monitorare il benessere fetale ecc…) per cui vi è un ritardo nel trattamento (esecuzione pronta di un taglio cesareo) con contributo quindi umano e, colposo secondo la Legge, dei medici che assistono la partoriente.
“Le terribili conseguenze dal punto di vista dannoso di questi casi, legate alle gravissime invalidità che generalmente residuano come tetraparesi, ritardo mentale, gravi alterazioni a livello degli organi di senso ecc… prevedono per la cerabral palsy risarcimenti fino a 4-5 milioni di euro – ha spiegato il dottor Franco Marozzi di SIMLA – Questo fenomeno è diventato quindi il vero spauracchio per tutte le Compagnie Assicurative (quelle poche ancora attive nel sistema sanitario) e per le Aziende ospedaliere che sono ormai molto spesso in auto ritenzione o, come si dice impropriamente, in autoassicurazione. Questo tipo di casistica – ha proseguito il medico legale – è ciò che ha determinato un aumento drammatico dei costi delle polizze assicurative dei medici (difficilmente inferiore ai 10.000 euro annuali) che esercitano, ancora oggi con sempre maggiore difficoltà anche per questi motivi”.
Da un lato, quindi abbiamo dei veri e propri drammi familiari, dall’altro ripercussioni gravissime sul sistema sanitario con tutti i conseguenti risvolti di tipo sociale e, come abbiamo visto, anche economico.