Le tracce della memoria sono profonde

Le tracce lasciate nel cervello dalla paura si possono formare nell’ipotalamo, secondo un nuovo studio pubblicato su Neuron.

Il lavoro potrebbe aprire delle prospettive per curare alcune paure patologiche.

Questo nuovo studio è il risultato del lavoro di un team internazionale coordinato da Alexandre Charlet dell’Istituto di neuroscienze cellulari e integrative di Strasburgo e da Valery Grinevich dell’Università di Heidelberg (Germania).

Gli autori dimostrano che gli engrammi (impronte cerebrali), insiemi di cellule che formano la base della traccia di memoria registrata dal cervello, possono formarsi nell’ipotalamo.

Gli engrammi sono ben noti ma solo in strutture corticali superiori. Il nuovo studio dice che possono esistere anche in vecchie strutture, come l’ipotalamo.

Grazie ad un nuovo metodo di targeting genetico, che permette di toccare specificamente i neuroni attivi durante una reazione di paura, i ricercatori hanno scoperto la formazione di engrammi ipotalamici la cui manipolazione altera drasticamente l’espressione e il ricordo di una paura.

Gli studiosi sono riusciti a cancellare o a far persistere l’espressione della paura intervenendo sui neuroni che producono l’ossitocina, il cosiddetto “ormone dell’amore”, fortemente coinvolto nella regolazione delle emozioni.

Lo studio ha mostrato che può esserci una comunicazione tra l’ipotalamo, i neuroni che producono l’ossitocina e l’amigdala (parte del cervello che gestisce le emozioni come la paura e lo stress).

Queste scoperte potrebbero consentire l’emergere di nuove strategie terapeutiche, soprattutto quando la paura diventa patologica, come nel caso del disturbo da stress post-traumatico.


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