20 anni di Banca Etica, dal 1999 volumi in crescita

L’8 marzo 2019 Banca Etica ha festeggiato 20 anni dall’apertura del primo sportello a Padova. Nata dall’impegno di tante organizzazioni della società civile e tantissime persone che volevano una banca al servizio dello sviluppo sostenibile, che utilizzasse in trasparenza il risparmio di famiglie e organizzazioni per finanziare realtà non profit e imprese sociali, oggi Banca Etica è una realtà solida e riconosciuta a livello nazionale e internazionale. Banca Etica serve decine di migliaia di clienti attraverso servizi di home e mobile banking e conta:

  • 17 filiali in Italia (Padova, Treviso, Vicenza, Milano, Bergamo, Torino, Genova, Trieste, Bologna, Firenze, Roma, Perugia, Ancona, Roma, Napoli, Bari e Palermo) e 30 banchieri ambulanti (promotori finanziari) che servono le aree dove non c’è una filiale

  • 1 filiale in Spagna a Bilbao e uffici a Madrid e Barcellona

  • 265 dipendenti in Italia e 18 dipendenti in Spagna

  • 42.500 soci

  • 70 milioni € di capitale sociale

  • impieghi per 916 milioni €

  • raccolta di risparmio per un miliardo e mezzo di euro

Una banca cooperativa di proprietà di oltre 42 mila soci, per l’83% persone fisiche e per il 17% di organizzazioni (tra cui enti pubblici, parrocchie, società cooperative; ditte individuali; imprese sociali; etc.).

Banca Etica finanzia progetti in settori strategici per la crescita economica sostenibile e solidale dell’Italia: cooperazione e innovazione sociale; profit responsabile; tutela dell’ambiente; qualità della vita, cultura e sport; cooperazione internazionale.

Banca Etica è ancora oggi l’unico istituto di credito italiano interamente dedito alla finanza etica: questo significa che – oltre a indirizzare il credito esclusivamente verso progetti a impatto sociale e ambientale positivo – presta grande attenzione alla trasparenza verso i clienti, che possono sempre verificare sul sito della banca quali realtà vengono finanziate con i loro risparmi; si è dota di regole chiare per la governance prevedendo limiti di mandati per i componenti del CdA e tetti agli stipendi dei manager (niente maxi-bonus: lo stipendio più alto non può superare di più di 6 volte lo stipendio inferiore).

 

Un modo di fare banca che si è dimostrato resiliente anche negli anni più duri della crisi finanziaria innescata dal 2008: anche mentre le altre banche fronteggiavano crisi, scandali e credit crunch Banca Etica è riuscita a crescere a tassi medi del 10% annuo per quanto riguarda raccolta e impieghi; a mantenere le sofferenze a livelli inferiori rispetto alla media del sistema bancario e ha sempre chiuso i bilanci in utile senza mai gravare sulle casse dello stato.

 

Il riconoscimento istituzionale

Le istituzioni hanno riconosciuto il valore e la specificità della finanza etica: il Parlamento italiano è stato il primo in Europa a varare – alle fine del 2016 – una norma che ha introdotto nel Testo Unico Bancario il riconoscimento della finanza etica (di cui però ancora si attendono i decreti attuativi). I vertici di Banca Etica sono stati ricevuti dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che in diverse occasioni ha auspicato una maggiore diffusione dei valori della finanza etica in tutto il sistema bancario nazionale ed europeo.

 

Nel mondo

A partire dallo scoppio della grande crisi finanziaria del 2008 il movimento della finanza etica è cresciuto in tutto il mondo: nel 2009 Banca Etica è stata tra i fondatori della Global Alliance for Banking on Values (Gabv) che – nei suoi 10 anni di vita – è riuscita a riunire oltre 50 istituzioni finanziarie (da 40 diversi Paesi) che si impegnano e si confrontano per costruire modelli sempre più efficaci e innovativi di applicazione pratica dei principi della finanza etica e sostenibile. Banca Etica è l’unica istituzione italiana aderente alla Gabv.

 

In Europa

Insieme alla collaborazione con Gabv Banca Etica ha sviluppato i network europei di finanza etica: è stata tra i fondatori di Febea-Federazione europea delle banche etiche e alternative, partecipa attivamente allo European Microfinance Network (EMN). Tramite la Fondazione Finanza Etica, Banca Etica collabora anche con Finance Watch, ong basata a bruxelles che sensibilizza le istituzioni europee sui problemi sociali, ambientali ed economici generati da alcuni comportamenti della finanza speculativa.

Dal 2018 la Commissione UE è impegnata in un lavoro di studio e ricerca per approvare un action plan europeo per la finanza sostenibile, e Banca Etica insieme ai partner europei sta seguendo i lavori cercando di evitare che la doverosa definizione e riconoscimento della finanza sostenibile aprano varchi per ufficializzare attività di mero greenwashing del settore finanziario.

 

Quando Banca Etica è nata, la sostenibilità economica, sociale e ambientale del sistema finanziario era argomento per pochi appassionati. Dopo la crisi del 2008 il tema è diventato sensibile per ampie fasce dell’opinione pubblica globale, le istituzioni hanno iniziato a occuparsene e moltissime banche hanno colto l’opportunità di mercato e di posizionamento, proponendo alla clientela prodotti finanziari green, o a impatto sociale. Contagiare il sistema finanziario era uno degli obiettivi che ci eravamo dati al momento della fondazione di Banca Etica: il fatto che ciò stia accadendo è un’ottima notizia, ma richiede un’attenzione particolare per evitare che le strategie di marketing prevalgano sulla necessità di operare un vero cambiamento sostanziale”. – dice Ugo Biggeri, presidente di Banca Etica.

 


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