Auto e moto elettriche, per gli automobilisti serve chiarezza

Molte amministrazioni comunali annunciano di voler bandire nel prossimo futuro (come Virginia Raggi a Roma nel 2024) i veicoli diesel nei centri cittadini, le aziende investono sempre di più in progetti che implementino i veicoli elettrici e FCA ha dichiarato che “le case automobilistiche hanno meno di un decennio per reinventarsi”, pensando già di rallentare o abbandonare la produzione dei diesel nel prossimo piano industriale.

 

Ma gli automobilisti cosa ne pensano? Automoto.it, che ha voluto interrogare i suoi utenti, non ha l’ambizione di parlare a nome di tutta la categoria, ma sicuramente ha un punto di vista privilegiato e un ampio bacino di utenza composto da appassionati, conoscitori e utilizzatori delle quattro e due ruote che hanno voluto dire la loro sull’argomento.

Secondo le previsioni, entro il 2030 i veicoli elettrici (EV) e ibridi elettrici plug-in (PHEV) rappresenteranno oltre il 40 % delle vendite dei veicoli in Europa (fonte AlixPartners), ma alla semplice domanda «Stai valutando l’acquisto di un veicolo 100% elettrico nel breve termine?» il 57,81 % degli utenti ha risposto di no, contro il 23,84% degli incerti e il 18,35% – di coloro che invece sono già convinti di volere passare all’elettrico. Tutti coloro che potrebbero considerare l’elettrico hanno una certezza: che il veicolo elettrico acquistato, andrebbe a sostituire per un buon 54,22% quello endotermico già in possesso e quindi non sarebbe una semplice alternativa. Questo passaggio è fondamentale, perché sottolinea come oggi sia fondamentale fare chiarezza da parte di Case e Istituzioni sulle regole che riguardano le singole motorizzazioni, altrimenti si rischia di bloccare il mercato gettando il panico fra gli utenti che ritarderanno continuamente la sostituzione della propria auto, in attesa di maggiori garanzie sui loro acquisti.

Se per il 41,12% l’impatto ambientale sarebbe una delle motivazioni che potrebbe spingere all’acquisto di un veicolo elettrico, unito alla previsione in un futuro (forse non così prossimo) di minori costi di gestione e manutenzione, il 61,29 % degli intervistati nutre ancora forti dubbi per i costi di acquisto, che ancora sono elevati (32,49%) e la scarsa autonomia dei veicoli (28,80%), preoccupazione confermata dal fatto che il 42,81% dichiara che userebbe un veicolo elettrico solo per piccoli spostamenti in città o il 32,78% per uso lavorativo.

 

Al netto del fatto che ancora le moto elettriche sono un orizzonte molto lontano e che, a detta degli utenti, difficilmente potrebbero fare e meno del “suono del motore” sulle due ruote, sono sicuramente le automobili a rappresentare la fetta di mercato più consistente nel settore automotive elettrico, con un’ampia gamma di opzioni: dalle micro-hybrid, alle ricaricabili con spina PHEV Plug-in hybrid, fino alle mild e full hybrid HEV con motore elettrico che aiutano a ridurre emissioni e consumi e a entrare nelle ZTL.

Gli utenti dimostrano di conoscere abbastanza bene le differenze tra l’una e l’altra tecnologia, ma lamentano la mancanza di informazioni reali sull’intero ciclo di vita dei mezzi, soprattutto per quanto riguarda l’impatto ambientale, dalla produzione, all’uso fino allo smaltimento.

 

E arriviamo qui al tema più sorprendente, o meglio alla conferma che la presenza di informazioni certe e complete, e non propagandistiche, sia necessaria. Circa il 65% degli intervistati, alla domanda «Credi che l’elettrico sia veramente il futuro della mobilità?» dicono che non ne hanno la certezza, circostanziando e spiegando nella maggior parte dei casi le loro motivazioni. Molti affermano che produrre un veicolo elettrico non abbia un minor impatto ambientale rispetto a un mezzo endotermico, alla luce delle attuali tecnologie impiegate per l’estrazione, la fabbricazione e lo smaltimento delle batterie. Anche per produrre l’energia elettrica che servirà a ricaricare quelle stesse batterie, ancora i combustibili fossili sono i più utilizzati e le energie green e rinnovabili non possono garantire, a breve termine, l’approvvigionamento necessario. Altri lamentano la mancanza di infrastrutture capaci di sostituire le attuali pompe di benzina.

 

E allora ecco che diventa fondamentale fare maggiore chiarezza, sia sulle nuove tecnologie, ma anche su quelle attuali, evitando guerre ai diesel o comunque non creando panico da parte di istituzioni e industria. È necessario impegnarsi tutti per affrontare un cambio epocale che certamente ci sarà, ma non può essere accelerato senza che esistano le condizioni per farlo (incluse le infrastrutture). Perché alla fine il mercato lo decidono gli automobilisti e oggi dobbiamo tutti impegnarci a fornire loro le informazioni che gli consentano di fare le proprie scelte d’acquisto nella massima tranquillità.


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