Alla Mostra del Cinema di Venezia per dire no al femminicidio

«Sono contenta di essere viva. Questo tizio mi riempiva di pugni. Avevo capito che non era amore ed ebbi la forza di lasciarlo, ma mi sentivo continuamente minacciata, avevo paura di uscire» dichiara Annie Depardieu, che insieme ad Emanuela Del Zompo ha ideato «Grunda l’Angelo dalle Ali Rotte»,fumetto sul tema del femminicidio, che oggi sfila sul red carpet della 75ma Mostra del Cinema di Venezia.

La passerella, che vedrà Emanuela Del Zompo (protagonista del fumetto) sfilare insieme all’attore Vincenzo Bocciarelli per dire no al femminicidio, farà seguito alla proiezione del trailer della regista del fumetto Annie Depardieu che avrà luogo alle ore 19,30 presso il Lexus Lounge alla presenza di giornalisti e personalità del mondo del cinema.

Il fumetto «Grunda l’Angelo dalle Ali Rotte», realizzato con 21 attori e con la partecipazione straordinaria del Sindaco di Montedinove, Antonio del Duca, punta ad essere uno strumento di prevenzione da essere distribuito nelle scuole.

Presto sarà realizzato anche un cortometraggio per la regia di Annie Depardieu che insieme ad Emanuela Del Zompo ha richiesto il sostegno del Ministero della Pubblica Istruzione per la diffusione del progetto.

Come nasce questa idea? «Vivo in Danimarca da circa 14 anni. Con la mia amica giornalista ed attrice Emanuela Del Zompo parlavamo spesso del problema del femminicidio e cercavo di farle capire che il problema è globale non è solo qualcosa che succede in Italia. Proprio in quei giorni Peter Madsen aveva ucciso, nel sottomarino, la giornalista svedese Kim Wall. In Danimarca era già stato realizzato un documentario sul femminicidio ed allo stesso modo in Italia si preparano nuove fiction su questo tema. Con Emanuela Del Zompo parlavamo del modo di potere veramente contribuire ad una visione rieducativa delle nuove generazioni. Ogni canale era già utilizzato per cui Emanuela ha avuto il lampo del genio, mi propose: “e se facessimo un fumetto?”» risponde Annie Depardieu.

Ma come può un fumetto contribuire a combattere il femminicidio? «Il fumetto è il migliore mezzo per arrivare ai giovani, anche perché le serie tv ed i documentari sono visti prevalentemente dagli adulti. Se ai ragazzi arriverà una copia di «Grunda l’Angelo dalle Ali Rotte», potremmo comunicare in modo diretto con le nuove generazioni».

Chi è Grunda? «Grunda rappresenta ogni donna che ha subito una violenza, ad esempio sia io che Emanuela siamo state vittima di aggressione da parte di un ex fidanzato. Io avevo 15 anni e questo tizio mi riempiva di pugni. Avevo capito che non era amore ed ebbi la forza di lasciarlo, ma mi sentivo continuamente minacciata, avevo paura di uscire. Sono contenta di essere viva».

Perché un angelo svampito? «Nello scrivere il personaggio di Grunda ho semplicemente descritto Emanuela, un innesto tra Bridget Jones e Gian Burrasca. Una volta esisteva il Giornalino di Gian Burrasca, sarebbe bello se anche Grunda diventasse un giornalino, qualcosa di cui i ragazzi possano parlare e ridere insieme (anche se spesso amaramente). Noi siamo cresciuti con Mazinga Z, Gig Robot ed altri eroi che salvano il mondo e che erano sempre modelli maschili. A noi donne venivano proposte Candy, Giorgi, Sara, Heidi: sempre modelli dimessi. L’unico modello diverso era Lady Oscar che peró per atteggiamenti e apparenza somigliava più ad un uomo, quasi come per dire che se vuoi essere forte devi somigliare ad un uomo. Invece Grunda è una donna simpatica pasticciona, molto femminile e con queste sue caratteristiche è capace di salvare le future generazioni. Grunda è la nuova versione di Pollon, ma non nasce nell’Olimpo, nasce sotto la terra underground, proprio da qui nasce il suo nome Grunda» conclude la regista.

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