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Investire in tempi di incertezza: cautela, non panico

L’incertezza domina sui mercati, in particolare su quello italiano, per cui per i risparmiatori è fondamentale affidarsi a persone esperte e fare attenzione alle modalità di investimento prescelte. Lo hanno affermato i relatori della terza puntata dell’ottava edizione di Economia sotto l’ombrellone svoltasi ieri al Beach Aurora di Lignano Pineta sul tema “Come investire i propri risparmi in un mondo che cambia” che ha visto intervenire Leonardo Balconi, responsabile area finanza di Credifriuli, il consulente finanziario Mario Fumei, il consulente finanziario di Copernico Sim, Andrea Paderni e Nicola Rotondo Direttore Generale di Investitori Associati Consulenza Sim, moderati dal giornalista Carlo Tomaso Parmegiani.

Nel dettaglio, gli esperti consigliano di utilizzare piani d’accumulo o switch programmati, e diversificare i propri investimenti non solo per tipologia, facendo un mix adeguato di strumenti prudenti e strumenti più “aggressivi”, ma anche per area geografiche, settori economici e valute di riferimento degli asset su cui si investe. In particolare, nel prossimo periodo sembrano interessanti l’azionariosoprattutto europeo, legato alle materie prime, all’immobiliare, le aziende che hanno flussi di cassa abbastanza costanti e pagano dividendi discreti, i mercati emergenti in particolare asiatici e, fra qualche tempo, l’oro se dovesse in questi mesi subire un ulteriore discesa. Bisognerà, invece, fare più attenzione ai titoli più volatili e alle obbligazioni, soprattutto a lungo termine, visto un probabile periodo di rialzo dei tassi a livello mondiale.

 

Nel corso dell’incontro i relatori hanno anche affrontato nel dettaglio la situazione italiana, dove l’incertezza sulle decisioni di politica economica del nuovo governo ha avuto come conseguenza un, ancora contenuto, aumento dello spread, un significativo calo di Piazza Affari e ingenti vendite sui titoli di Stato italiani. «Detto brutalmente – ha affermato Rotondo – non credo che il governo potrà mantenere a breve e in toto le promesse fatte in campagna elettorale che valgono complessivamente 100miliardi di euro, ma che potrà trovare un compromesso al ribasso, non troppo al ribasso altrimenti diventa inutile, avviando in modo parziale sia la flat tax, sia il reddito di cittadinanza. Detto questo, non penso che l’Italia sia vicina a situazioni di tracollo o al 2011 e, quindi, non credo abbia senso farsi prendere dal panico e disinvestire dall’Italia, ma è certamente importante diversificare».

«Ritengo che in questo momento sia impossibile dare un giudizio su quello che sarà – ha aggiunto Paderni – e che sia prudente attendere settembre quando il governo chiarirà definitivamente ciò che intende fare. La realtà è che finora siamo stati in una costante campagne elettorale, fatta di annunci e dichiarazioni, e che adesso al rientro dalle ferie, potremo vedere se e quanto ci sarà una politica in discontinuità con quelle passate e quanto sarà, eventualmente, sostenibile».

Più pessimista la visione di Fumei, secondo il quale: «I proclami fatti finora, l’idea che spread sia stato inventato dai cattivi o da un complotto internazionale e la continua campagna elettorale, hanno una forte incidenza sull’andamento attuale e potenziale del nostro mercato borsistico. Per fortuna, però, l’Italia è un grande Paese, con grandi imprenditori capaci di lavorare fra i marosi creati dalla politica, per cui sul nostro Paese rimango positivo anche se mi aspetto per i prossimi mesi un andamento della nostra borsa e di quelle europee in stile ottovolante, per cui sarà necessario prestare molta attenzione a come ci si muove».

«Lo stock del debito pubblico nazionale – ha osservato Balconi –, seppur altissimo, negli ultimi tre anni è calato e ha visto aumentare la sua durata media, il che è positivo. Se, dunque, avremo una futura legge di bilancio che magari avvii il cambiamento, ma accettando una gradualità e rimanendo entro il famoso 3% di rapporto deficit/Pil senza generare particolari aumenti dello spread, la situazione potrebbe non essere negativa, ma anzi potrebbe rendere conveniente investire su titoli italiani di lungo periodo come il Cct a 25 anni e far guardare con interesse alla Borsa italiana».

 

Un accento preoccupato è arrivato dai relatori rispetto all’educazione finanziaria media degli italianiche rimane ancora molto bassa e su come ciò renda i risparmiatori nostrani particolarmente deboli e portati a fare scelte non sempre consapevoli sui propri risparmi. «Proprio per questo e considerato che le conoscenze finanziarie non possono essere un obbligo – ha affermato Paderni – è fondamentale che i controlli sugli operatori finanziari e sull’esclusione dei conflitti di interesse siano molto stringenti. Chi gestisce fondi altrui – ha aggiunto – deve essere sottoposto a verifiche costanti e deve dimostrare di fare costantemente gli interessi dei clienti».

«L’aspetto dei controlli e della mancanza di conflitti di interessi da parte di chi propone gli investimenti – è fondamentale – ha sottolineato Fumei – e per questo la nuova Mifid 2 è molto importante perché introduce una maggior trasparenza. Bisogna, però che gli italiani da un lato si informino un po’ di più sui temi finanziari, dall’altro che quando investono, prima di decidere come farlo, si rivolgano a più consulenti e li mettano in concorrenza fra loro analizzando attentamente le diverse proposte, esattamente come fanno fra i vari commercianti quando decidono di comprare un’automobile o una lavatrice».

 

In conclusione, i relatori hanno affrontato i cambiamenti generati nel mondo finanziario dalla digitalizzazione sia nell’operatività quotidiana, sia per la prospettiva di nuovi lavori che sta generando nel mondo della finanza.

«La digitalizzazione – ha spiegato Balconi – sta prendendo molto piede nelle banche e anche nei settori specifici che si occupano di gestione di patrimoni. Sono, ad esempio, stati introdotti i robot advisor che sono molto tecnici e strettamente attenti ai numeri, ma mancano di quella parte legata alla comprensione dei sentimenti e delle aspettative del cliente che solo un essere umano può dare. Certamente, inoltre, la digitalizzazione potrà ridurre la carta e la burocrazia, il che permetterà di dedicare più tempo alla consulenza, alla relazione con il cliente e questo potrà aumentare la qualità dei nostri servizi».

«Al momento la digitalizzazione – ha concluso Rotondo – sta incidendo prevalentemente sull’attività bancaria e sta trasformando il modo di lavorare delle banche aumentando di molto l’utilizzo di pagamenti e operazioni on line e via app, anche non bancarie, e ciò sta facendo perdere ruolo su questi specifici settori agli istituti di credito e portando alla riduzione degli sportelli. Dall’altro lato, però, è un settore in forte crescita che richiede l’assunzione di giovani competenti nei settori dell’analisi dei dati e dei consumi, nel settore del marketing e in altri comparti strategici».

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