Fondatore Programma Vivere Senza Psicofarmaci
riceviamo e pubblichiamo
Quando l’attenzione istituzionale si sposta dalla manifestazione alle cause – mancanza di speranza, fiducia, prospettive – si afferma che non esistono i malati ma esistono, invece, i problemi; ed è su quelli che bisogna intervenire.
Non si vuole sostenere questa o quella parte politica.
Ma quando il dato sul consumo di psicofarmaci nel nostro Paese diventa improvvisamente centrale nelle parole di chi avrà la responsabilità di formare il prossimo Governo e di pensare le Politiche attive sul territorio, non può che essere una buona notizia.
Perché solo con l’appoggio delle Istituzioni il lavoro che facciamo da anni contro i poteri forti, come battaglia coraggiosa, può assumere la consistenza che merita.
È bello constatare, allora, che non si è più una soluzione alternativa, new age o controcorrente. Ma che le soluzioni e le analisi portate avanti per circa 30 anni possono diventare ufficiali e legittimate da una posizione così forte.
30 anni di persone salvate dal buio della soppressione psicofarmacologica, 30 anni di informazione corretta, di formazione, ma soprattutto migliaia di bambini, giovani, donne e uomini che hanno attraversato il programma Vivere Senza Psicofarmaci e ora sono individui liberi nella società, non possono che sentirsi riconosciuti da tali affermazioni.
Noi non ci siamo mai nascosti.
Qualche volta ci siamo anche fatti male; ma abbiamo sempre insistito ad operare nella direzione di “modificare il punto di vista” attraverso accoglienza e risultati.
Siamo certamente felici. Ma le nostre maniche continuano ad essere rimboccate: perché tutto quello che dobbiamo fare è CONTINUARE!