I tirocini accrescono le chance occupazionali

Fare esperienze nel corso degli studi universitari incrementa le opportunità professionali dell’8% già a un anno dal titolo. Il 57% dei laureati le ha fatte e nel 70% dei casi le considera estremamente positive, in particolare se svolte all’estero.

Bologna – Il 57% dei laureati del 2016 ha svolto tirocini nel corso degli studi, erano il 44% nel 2006 e addirittura solo il 20% nel 2002: esperienze dunque quasi triplicate rispetto alla situazione pre-riforma. Un’opportunità che, a parità di ogni altra condizione, accresce le chance occupazionali già a un anno dal titolo dell’8%.

Il Rapporto AlmaLaurea sul Profilo dei Laureati mostra che i tirocini curriculari hanno riguardato il59% dei laureati di primo livello, percentuale che sale al 68% se si considerano coloro che non intendono proseguire gli studi e scende invece al 53% tra coloro che hanno deciso di continuare la formazione universitaria.

Le esperienze di tirocinio hanno interessato il 41% dei laureati magistrali a ciclo unico e il 58% dei magistrali biennali. In particolare, tra questi ultimi, un ulteriore 12,5% non ha svolto tirocini nel biennio di studi conclusivo ma li aveva svolti nel corso del primo livello: di conseguenza 71 laureati magistrali biennali su cento dispongono di esperienze di tirocinio nel proprio bagaglio formativo.

A livello di gruppo disciplinare, hanno svolto un maggior numero di stage e tirocini i laureati degli indirizzi insegnamento (89%), professioni sanitarie (82%), chimico-farmaceutico ed educazione fisica (entrambi 81%) e geo-biologico (77%). Tra i laureati di ingegneria tale percentuale scende al 40% e nel gruppo giuridico arriva solo al 17%.

livello territoriale, sono i laureati degli atenei del Nord ad aver svolto più esperienze di tirocinio rispetto a coloro che hanno conseguito il titolo in un’università del Centro o del Mezzogiorno: rispettivamente 60% contro 53% e 55%; differenze simili si registrano tra atenei di piccola-media dimensione (64%) e quelli di grandi dimensioni (55%).

Le attività lavorative già svolte e riconosciute solo successivamente dal corso costituiscono il 15% del totale delle attività di tirocinio e riguardano in particolare i laureati dei gruppi linguistico (26%), politico-sociale, giuridico ed economico-statistico (tutti e tre 25%); sono al di sotto del 5% invece tra i laureati delle professioni sanitarie e del gruppo chimico-farmaceutico.

Le attività di tirocinio organizzate dal corso di laurea sono svolte in maggioranza al di fuori dell’università (65%). I laureati del geo-biologico e di medicina e odontoiatria invece le hanno svolte prevalentemente presso l’università (rispettivamente 52% e 49%). I tirocini sono stati di durata superiore alle 400 ore per 25 laureati su cento che hanno svolto queste esperienze all’interno del corso di studi: si tratta soprattutto dei laureati dell’area tecnico-scientifica (rispetto a quelli dell’area delle scienze umane e sociali) e dei laureati magistrali a ciclo unico (il 52%, tra questi ultimi, ha svolto un tirocinio di durata superiore a 400 ore).

Il 5% dei tirocini organizzati dal corso di studi viene svolto all’estero, in larga misura accedendo a un programma europeo di Erasmus Placement. Sono maggiormente diffusi tra i laureati magistrali biennali (9%) e i magistrali a ciclo unico (7%); superano il 15% tra i laureati del gruppo linguistico e il 12% tra quelli di medicina e chirurgia.

Per 70 laureati su cento l’esperienza di tirocinio si è rivelata decisamente positiva, in particolare se svolta all’estero, mentre il servizio di supporto offerto dall’Ateneo è ritenuto pienamente soddisfacente da poco più del 40% dei laureati.


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