Giornata Mondiale della Terra: “Spreco alimentare vale l’8% delle emissioni gas serra globali”

“Produzione del cibo, sovrasfruttamento delle risorse della Terra e spreco alimentare sono elementi che ci separano dal raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Se vogliamo puntare alla “fame zero” non possiamo trascurare che l’impatto dello spreco alimentare, nei Paesi sviluppati, vale 222 milioni di tonnellate di cibo, quasi quanto la produzione alimentare disponibile dell’Africa sub-sahariana (230 milioni di tonnellate). Se vogliamo salvare le nostre acque, non possiamo non ricordare che lo spreco di cibo è anche responsabile di una perdita di acqua equivalente al flusso annuale del fiume Volga in Russia. Insomma, se vogliamo migliorare e preservare il Pianeta in cui viviamo dobbiamo partire anche dal nostro rapporto col cibo, dal modo in cui lo produciamo e da quello che mangiamo”, ha spiegato Ludovica Principato, ricercatrice Fondazione BCFN e ricercatrice Università Roma Tre, in prossimità della celebrazione della Giornata Mondiale della Terra che ricorre il prossimo 22 aprile.

Il tema delle risorse della Terra è particolarmente attuale, visto che ce le stiamo letteralmente mangiando. Nel 2017 abbiamo infatti consumato più risorse naturali di quante il Pianeta fosse in grado di rinnovarne in un anno. A partire dal 3 agosto, infatti, abbiamo vissuto “a credito”, usando cioè risorse che non sono mai più state rimpiazzate. Buona parte delle stesse sono servite per produrre cibo, anche se poi 1/3 di quegli alimenti è stato gettato o sprecato generando circa l’8% delle emissioni globali di gas serra.

Lo spreco, però, è anche sinonimo di “sovrasfruttamento del territorio”, inteso come terra che viene usata per coltivare cibo che alla fine nessuno mangia. Ridurlo potrebbe far risparmiare fino a 1,4 miliardi di ettari di terreno (ossia il 30% della superficie agricola disponibile). Ma questo fenomeno implica anche un danno sociale, che si ripercuote su alcune della grandi sfide che l’Agenda 2030 dell’ONU ci invita a vincere: dalla fame nel mondo alla produzione di reddito, fino alla crescita economica dei Paesi.

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