Si può vivere bene anche senza la metà del cervello. E’ questa la clamorosa dichiarazione fatta recentemente da alcuni scienziati britannici, in base ai dati emersi dalle operazioni cerebrali, fatte negli ultimi decenni.
La rimozione chirurgica di uno degli emisferi non rende una persona disabile nella maggior parte dei casi, ma prolunga la vita.
I ricercatori, tuttavia, non hanno affermato che l’intervento radicale nella struttura del cervello avviene senza cambiamenti nel funzionamento dei processi di pensiero o del comportamento del paziente.
È necessario, infatti, abbastanza tempo dopo l’intervento chirurgico per un adattamento completo, mentre le aree cerebrali rimanenti assumono le funzioni della parte perduta.
Il cervello nella stragrande maggioranza dei casi ripristina tutte le funzioni della persona che è stata sottoposta a un intervento chirurgico.
Sono noti esempi di miglioramento dell’attività umana dopo la rimozione di alcune parti cerebrali. Per esempio, la guarigione dall’epilessia.
Ha avuto successo l’operazione chirurgica condotta al ‘Mattel Children Hospital’ di Los Angeles su di una bimba di due anni sofferente di attacchi incontrollabili di epilessia dovuti alla Sindrome di Acardi.
Anche se il cervello è un organo fragile, esso è anche abbastanza flessibile e può compensare le funzioni perse, soprattutto quando è ancora in via di sviluppo.