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C’è un legame tra il russare e la demenza

Gli scienziati dell’Università Australiana del Queensland hanno trovato che la mancanza di ossigeno durante il sonno triplica il rischio di sviluppare la demenza.

Secondo questi medici, le persone che soffrono della cosiddetta apnea del sonno, una malattia caratterizzata dal russamento sono a rischio demenza, poiché la carenza di ossigeno porta alla degenerazione di alcune aree del cervello.

La professoressa universitaria Elizabeth Coulson dice che trattando l’apnea in una fase precoce, si può prevenire o fermare lo sviluppo di una delle forme più comuni di demenza, la malattia di Alzheimer.

Ora, il team della professoressa Coulson prevede di coinvolgere dei pazienti di età compresa tra i 55 e i 75 anni, per esaminare in un nuovo studio se il trattamento per questa malattia possa prevenire la demenza.

L’apnea notturna è caratterizzata da una cessazione della ventilazione polmonare per più di 10 secondi.

Con disturbi regolari, il paziente sviluppa sonnolenza diurna e sindrome da stanchezza cronica, oltre a peggiorare la memoria e l’intelletto. L’apnea, di regola, è accompagnata da un forte russare.

I medici hanno trovato, anche, che i primi segni di demenza si osservano circa 10 anni dopo l’inizio dell’apnea negli anziani.

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