Gli italiani e il gioco: il 54% vorrebbe la rendita mensile a vita

Una ricerca dell’Istituto Ixè su 1.000 individui maggiorenni

Gli italiani e il gioco

il 54% non vuole la grande vincita, ma la rendita mensile a vita: vince l’idea del posto fisso

 

La mentalità prudente, quella del posto di lavoro fisso o degli investimenti a capitale garantito, si manifesta anche nel gioco:

l’azzardo viene fatto sfociare in uno scenario di futuro tranquillo

Secondo una ricerca su 1.000 italiani, condotta dall’Istituto Ixè, la maggioranza (55%) considera la slot machine il gioco che più degli altri genera dipendenza. Segue il videopoker (40%), quindi il casinò (35%). Meno ‘pericolosi’ sono considerati le scommesse sportive (22%), il gratta e vinci (20%) e ancor meno le sale bingo (13%). Chiudono la classifica il lotto e il superenalotto (entrambi al 7%) che sembrano avere un’immagine per niente a rischio ludopatia.

Il 9% della popolazione ritiene che nessun gioco, di per sé, provochi dipendenza.

Il giocatore che genera più indulgenza negli italiani (con il 36%) è quello che scommette pochi euro, tentando la fortuna ogni settimana (al superenalotto e totocalcio), seguito (con un 24%) da chi si affida ai sogni per giocare i numeri suggeriti. Emerge il ritratto stereotipico di una figura del popolo, economicamente sofferente, che tenta la fortuna per svoltare.

Presentando all’opinione pubblica i due poli estremi (il giocatore povero – che sogna la fortuna che gli cambia la vita – e il ricco – che anche se perde non succede niente di grave), la simpatia e comprensione si polarizzano, spaccando il campione in due parti perfettamente uguali: 38% è più indulgente con il ricco, perché alla fin fine non rischia davvero; l’altro 38% è più indulgente con il povero, perché è comprensibile il suo desiderio di cambiare vita


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