Le persone tornano al centro delle imprese

Il 69% delle imprese italiane decide infatti di investire nei piani di welfare per i propri dipendenti. Una scelta dettata dalla voglia di migliorare la qualità della vita dei lavoratori e le performance attraverso benefit e servizi a supporto della persona e della famiglia

Una popolazione sempre più anziana, la necessità di arrestare il rapido innalzamento della spesa pubblica per la sanità, in un contesto italiano dove è in atto un processo di detassazioneper i servizi di welfare per i privati. Sono questi i fattori che stanno decretando un vero e proprio boom per il welfare aziendale in Italia, un trend in costante crescita che vede protagoniste soprattutto le aziende del Bel Paese: ben 7 imprese italiane su 10 (69%) infatti hanno rivelato l’intenzione di investire in piani welfare per i propri dipendenti. Se il 33% ha riferito di essere già all’opera per implementare i propri piani, ben il 36% ha ammesso la decisione di mettere in campo nuovi investimenti nel settore. Un trend necessario in un contesto dove la sanità pubblica è sempre più in difficoltà nel gestire l’invecchiamento di una popolazione che necessita di crescenti cure: basti pensare che nel 2030 gli over 65 in Italia saranno ben il 26% della popolazione totale, circa 16,5 milioni di persone. Uno scenario in cui si rende necessario per lo Stato collaborare con il settore privato per abbattere la spesa sanitaria attraverso i benefit. Infatti l’Italia è tra gli stati in cui la spesa sociale incide maggiormente sul PIL: ben il 30,2%, con una crescita dell’1,5% negli ultimi 5 anni. In questo contesto si inseriscono le nuove normative a favore del welfare del settore privato, che sta conoscendo un forte sviluppo sottolineato dagli esperti del settore e dalle testate internazionali.

È quanto emerge da una recente ricerca condotta da A.T. Kearney per Sodexo Benefit&RewardsServices intervistando oltre 50 aziende, tra grandi imprese e PMI con sede in Italia, i cui risultati sono stati presentati quest’oggi in occasione del World Business Forum di Milano per mettere in luce i piani presenti e futuri delle aziende italiane relativi al welfare e quali sono le ragioni che le spingono a investire nel settore.

“Oggi trend e bisogni in ambito HR sono sempre più in evoluzione e, secondo noi, il tema della humanification, tema portante del World Business Forum 2017, è la chiave per guidare le aziende nel trovare le risposte più adatte alle necessità dei propri dipendenti, facendo tornare le persone al centro del progetto – spiega Sergio Satriano, CEO di Sodexo Benefit&RewardsServices – Migliorare la qualità della vita non è per noi solo uno slogan, ma una concreta ambizione per tutti i nostri interlocutori interni ed esterni. Ma come sapere quali soluzioni risultino più adeguate ai reali bisogni di aziende e collaboratori? Risulta quindi sempre più importante affidarsi a leader nei servizi welfare, come Sodexo, in grado di fornire alle aziende clienti tutti gli strumenti ed i servizi per la realizzazione di un piano flessibile per la propria popolazione aziendale. Dal family care ai buoni pasto, dai buoni shopping alla previdenza complementare, dal personal care ai servizi per la mobilità, sono numerosi gli strumenti per incrementare la qualità della vita dei lavoratori e migliorarne le performance. Sodexo inoltre da anni ha puntato sulla digitalizzazione dei servizi come ulteriore chiave per concretizzare al meglio l’offerta rendendola dinamica e flessibile sulle nuove necessità ed esperienze d’uso dei nostri consumatori: più attenzione all’individuo, alla sua autonomia non solo decisionale ma anche operativa nel fruire come, quando e con chi vuole dei nostri servizi”.

Ma per quali ragioni gli imprenditori e le grandi aziende si affidano ai piani di welfare per lo sviluppo del proprio business? Al primo posto emerge quanto sia importante il concetto di customer retention (76%), ovvero quel meccanismo che, attraverso l’offerta di benefit sempre più soddisfacenti, aumenta la fidelizzazione dei clienti e dei lavoratori stessi. In seconda posizione invece gli intervistati hanno mostrato quanto sia fondamentale attrarre talenti (71%) attraverso l’implementazione dei piani welfare, mentre sul terzo gradino del podio si attesta l’engagement(54%), grazie al quale l’azienda tenta di creare “legami” forti con i suoi collaboratori. Benefici sottolineati anche dagli studiosi: come riportato recentemente dal magazine World Finance, secondo i sociologi norvegesi Kjetil van der Wel e Knut Halvorsen delle università di Oslo e Akershus: “Generosi benefit nel campo del welfare rendono le persone più desiderose di lavorare”.

Ma non è tutto, per il 62% delle imprese l’implementazione di piani welfare completi permette di migliorare l’atmosfera sul luogo di lavoro, con dirette conseguenze su produttività e reputation aziendale. Per oltre un imprenditore su due (52%) questa scelta permette di attrarre più facilmente i talenti sul mercato del lavoro, mentre la percentuale scende leggermente al (48%) per la diminuzione del turnover, il coinvolgimento delle risorse (47%), la diminuzione dell’assenteismo (39%) e l’aumento della capacità di spesa per il Paese (32%).

I piani di welfare aziendale stanno costantemente acquisendo una crescente importanza nelle politiche retributive delle imprese italiane, sempre più interessate ad adottare sistemi di total reward atti a rispondere a un’ampia gamma di aspettative dei lavoratori che vanno oltre la semplice remunerazione in forma monetaria. Tra le necessità più urgenti degli impiegati segnalate dalle aziende stesse si collocano al primo posto le misure per l’assistenza familiare, come i servizi scolastici e il baby-sitting, seguite dalle prestazioni assicurative e dai servizi legati al benessere personale. A seguire, stanno conoscendo un rapido sviluppo le gift card, i buoni pasto e il rimborso per le spese legate ai trasporti, pensato per i pendolari.

“La ricerca segnala come il tema del welfare sia diventato una delle strategie di creazione di valore nel rapporto con le persone più interessanti per le imprese italiane. Da un ruolo residuale rispetto alla variabile salariale, lo sforzo economico in forme diverse di investimento nelle persone è oggi centrale – rivela il prof. Luca Solari, ordinario di Organizzazione Aziendale e Direttore del corso di laurea magistrale “Management of Human resources and Labour studies” presso l’Università degli Studi di Milano – La rigidità delle tradizionali leve salariali e i limiti derivanti dagli anni di crisi hanno richiesto una capacità d’innovare per garantire maggiore valore. Conta ovviamente molto la leva fiscale e contributiva eccessiva che si scarica sulle retribuzioni e che rende scarsamente competitiva questa forma di ricompensa rispetto a quelle erogabili col welfare: in questo senso i piani welfare recuperano capacità di spesa. L’efficacia delle azioni di welfare dipende da diversi fattori quali l’età, la condizione familiare, il luogo di residenza che influiscono sui bisogni che il welfare può andare a soddisfare. Sono proprio capacità d’innovazione e creatività, unita ad un’azione sistematica di verifica, a rendere un piano di welfare più performante. Un’area che dovrà essere più esplorata è quella dell’investimento in formazione ed educazione personale sempre più importanti per dare employability alle persone. Una preoccupazione riguarda la diffusione di piani-fotocopia, si tratta di un’occasione perduta perché lo sviluppo di un’azione di welfare è un’opportunità importante per una migliore conoscenza del proprio personale e delle sue esigenze”.


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