L’inquinamento atmosferico è spesso associato a problemi respiratori. Ma uno studio recente ha trovato che l’aria inquinata è anche in grado di aumentare il rischio di malattie renali.
Nel suo studio pubblicato dal ‘Journal of the American Society of Neophrology’, il dottor Ziyad Al-Aly dell’Università di Washington, ha detto che l’inquinamento può far aumentare i casi di insufficienza renale, perché il particolato fine (PM 2.5) è in grado di entrare nel flusso sanguigno e di danneggiare i reni.
Lo studio, condotto su 2,48 milioni di partecipanti, seguiti per 8,5 anni, ha visto che l’inquinamento atmosferico ha un rapporto con la malattia renale cronica e che influenza l’aumento dei casi di insufficienza renale.
Per giungere a questi risultati, i ricercatori hanno controllato i partecipanti allo studio, periodicamente, valutando la gravità dell’inquinamento.
I risultati del lavoro hanno indicato che l’aria inquinata provocava fino a 44 mila casi ogni anno di di malattia renale cronica in più, di cui 2.438 di insufficienza renale.
L’aumento dei casi di insufficienza renale nello studio è risultato direttamente proporzionale all’aumento dei livelli PM 2.5 nell’aria.
L’inquinamento è anche collegato a un rischio aumentato di casi di ipertensione e di malattie cardiache dovute all’inquinamento.
Il PM 2.5 passa nel flusso sanguigno e infine danneggia gli organi del corpo umano, inclusi il cuore, i polmoni e i reni. Anche ipertensione, diabete e malattie cardiache possono danneggiare i reni.