Separazione: tenore di vita sì, ma solo fino al divorzio

“La Cassazione non si contraddice, in regime di separazione vale il principio del vincolo coniugale che lascia intatto il dovere di assistenza”
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso proposto da Berlusconi, confermando  il  principio del diritto del coniuge più debole a mantenere il tenore di vita matrimoniale e lasciando immutata  la sentenza con cui la Corte d’appello di Milano, nel 2014, aveva quantificato l’assegno mensile di mantenimento a favore della Sig.ra Veronica Lario, a due milioni di euro, riducendolo rispetto ai tre milioni stabiliti dalla sentenza di separazione.
“Contrariamente a quanto potrebbe apparire, il Supremo Collegio non si contraddice affatto rispetto a quanto affermato qualche giorno prima nella nota sentenza 11504 dell’11 maggio, sul principio di “autosufficienza” quale parametro per il riconoscimento dell’assegno di divorzio, in luogo di quello tradizionale legato al tenore di vita. – Spiega l’Avvocato Donatella De Caria, che da molti anni si occupa della materia del diritto di famiglia – A differenza del precedente caso, infatti, dove i Supremi giudici erano stati chiamati a decidere sulla domanda di riconoscimento dell’assegno divorzile proposta da un ex coniuge nei confronti dell’altro (un ex ministro), nel secondo caso, riguardante il ricorso proposto da Berlusconi nei confronti della moglie, la Corte affronta una  questione riguardante l’assegno di mantenimento dovuto in costanza di separazione (e non di divorzio). In costanza di separazione, le parti sono ancora marito e moglie, mentre nel divorzio, il matrimonio si scioglie e ciascuno riacquista il proprio stato libero.  In questa seconda sentenza riguardante i celebri coniugi – continua De Caria – viene semplicemente ribadito il principio che il permanere del vincolo coniugale durante la separazione lascia intatto il dovere di assistenza, cui sia il marito, sia la moglie sono obbligati fin dalla celebrazione del matrimonio e pertanto il diritto del coniuge più debole a vedersi riconosciuto il precedente tenore di vita.  Al contrario, nella precedente sentenza la Cassazione evidenzia che il divorzio recide, in modo definitivo, i rapporti tra i coniugi, compresi quelli di carattere economico e patrimoniale. I tempi per godere dell’assegno di mantenimento e quindi del precedente tenore di vita, sono, tuttavia, oggi, dopo le recenti riforme, piuttosto brevi – conclude De Caria – in quanto al divorzio si perviene in tempi brevissimi, cioè di sei mesi (in caso di separazione consensuale) o di un anno (in caso di separazione giudiziale) decorrenti dalla data di comparizione davanti al Presidente del Tribunale”.

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