“No diet day”, contro l’ossessione della magrezza

Sabato, 6 maggio è stata la Giornata internazionale senza dieta, il “No diet day”.

In Italia, la ricorrenza è passata piuttosto sotto silenzio, anche se si tratta di un momento importanza in cui  si invita a pensare alla dittatura della magrezza e ad informare il pubblico sui pericoli delle diete.

La dieta, non è innocua. Il famoso effetto yo-yo fa male e fare una dieta fatta per perdere peso è quasi sempre è un fallimento.

La cellula di grasso si comporta come ” un palloncino ‘:’ non scompare quando si mangia di meno, diminuisce solo in volume, ma crescerà più velocemente non appena si riprende a mangiare normalmente.

Spesso si ingrassa per una serie di cattive abitudini. Mangiare tanto quanto mangiavano i nostri nonni, che non erano sedentari, in un contesto in cui il cibo spazzatura ha invaso i supermercati, ha portato gran parte dell’umanità a ingrassare.

E’ importante intervenire con l’educazione nella prima infanzia, insegnando alla gente ad alimentarsi con una dieta equilibrata, promuovendo anche uno stile di vita equilibrato in cui trovi spazio l’esercizio fisico.

Molti motivi possono essere la causa dell’aumento di peso, oltre alla cattiva educazione ci sono, ad esempio, lo stress o la mancanza di sonno. Bisogna trattare la causa dell’obesità invece di concentrarsi sui chili.

Il “No diet day” è stato avviato nel 1992 da una dietista, Mary Evens Young, ex anoressica, fondatrice della Diet Breakers.

L’esperta prese l’iniziativa dopo aver visto un programma televisivo in cui le donne si sottoponevamo a interventi chirurgici per ridurre il grasso e dopo aver saputo che una ragazza di 15 anni si era suicidata: la prendevano in giro perché paffuta.


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