In continuo divenire, mutevole, adattabile – è il concetto di spazio nei nuovi luoghi di lavoro, che oltrepassano i confini rigidi dell’ufficio tradizionale per adeguarsi ad un nuovo tipo di utente, che vuole sentirsi a casa anche al lavoro, e che spesso fa della fluidità tra spazio e tempo produttivo e personale il suo punto di forza. Si tratta del lavoratore 2.0, lo smart worker o nomade digitale – colui o colei che fa uso di tanti luoghi per dedicarsi alla sua professione, ma allo stesso tempo non è legato a doppio filo a nessuno di essi. In occasione della Design Week di Milano, Copernico Radar esplora le tendenze dell’arredamento e del colore che possono aiutare a rendere più confortevole e più stimolante l’ambiente di lavoro – sia esso l’ufficio, il cafè, il coworking o qualsiasi altro luogo.
Il design, trasversale e fluido
Lavorare in un ambiente piacevole o in un open workspace stimolante aiuta la produttività. Lo sanno bene i progettisti dello studio MAT Office di Pechino che hanno convertito uno spazio industriale in un’officina creativa, grazie ad un uso originale del colore e della luce, ma soprattutto ad un ripensamento della connessione tra gli spazi. Si tratta del progetto Beaver Workshop Office Space, struttura alta quasi nove metri la cui anima multilivello è dotata di numerose aperture pensate per duplicare la superficie disponibile, stimolando così la creatività dei dipendenti. Sì, perché gli spazi ampi, ariosi e con molte aperture aiutano la mente a “spaziare” – per l’appunto – e ad esercitare il tanto famigerato “lateral thinking”, fondamentale per chi lavora in ambito creativo.
All’interno del workspace trovano quindi posto aree comuni, uffici privati, sale meeting, sale prova e spazi logistici, tutti disposti su livelli sfalsati in modo tale da essere perennemente in contatto. Infatti i confini tra ambienti e piani sono stati sostituiti da originali soluzioni come una cascata verticale di lampade e piante in vaso sospese, che regalano personalità a una sorta di bianchissimo pozzo che distribuisce in tutto l’edificio la luce solare proveniente dai lucernari del tetto.
La riscoperta della luce
Nell’interior design di questo luogo dedicato al coworking, ma in realtà di qualsiasi ambiente in cui sia necessario esercitare la concentrazione, la luce gioca un ruolo fondamentale. Non a caso, negli ultimi anni l’illuminotecnica, ossia la scienza che si occupa dello studio dell’illuminazione naturale e artificiale, è divenuta un perno cruciale della progettazione degli ambienti, sia che si tratti di spazi professionali, domestici o pubblici. Nel luogo in cui si lavora, una adeguata illuminazione può davvero fare la differenza, perché permette un corretto svolgimento dei compiti visivi, riducendo così l’affaticamento degli occhi, stimolando la concentrazione e la produttività – oltre ad avere un impatto positivo sull’umore.
Ma è bene ricordare che design e illuminazione sono due facce della stessa medaglia: la distribuzione della luce sulle superfici varia a seconda della disposizione degli spazi, per questo è importante organizzare sia gli spazi che l’illuminazione di un luogo di lavoro sin da subito. Insomma, una buona illuminazione nasce insieme al disegno dello spazio e non dovrebbe mai essere un’aggiunta alle strutture architettoniche o costruttive. È un attributo fondamentale dello spazio abitato. Un buon livello di “illuminamento” – ossia la potenza della luce inviata nell’ambiente – aiuta la concentrazione e permette una produttività prolungata nel tempo. Inoltre, non tutti sanno che è importante tener conto anche dei rapporti tra le aree illuminate – in particolare del fattore di riflessione: l’abbagliamento diretto e la luce riflessa sono a tutti gli effetti disturbi visivi, in quanto attirano in modo automatico e inconsapevole la nostra attenzione e di conseguenza distraggono la nostra mente.
I colori, alleati inaspettati
Non bisogna dimenticare che la luce influenza anche la resa dei colori – che sono uno degli elementi più importanti all’interno di un qualsiasi spazio di lavoro, si tratti di una stanza privata, un open space, un ufficio o addirittura un semplice bar. Un colore o una combinazione di tonalità cromatiche sono in grado di influenzare in modo determinante il comportamento delle persone che lavorano all’interno di un ambiente chiuso, stimolando o – al contrario – limitando efficienza e produttività.