Steve Jobs era figlio di un rifugiato siriano

Dopo il decreto di Donald Trump che limita l’immigrazione da sette paesi musulmani, Tim Cook, CEO di Apple ha ricordato che Steve Jobs, il creatore di Apple e l’inventore dell’iPhone, era figlio di un rifugiato siriano.

“Apple non esisterebbe senza l’immigrazione”, ha scritto Tim Cook in una nota inviata a tutti i dipendenti dell’azienda nel mondo.

Il padre di Steve Jobs, Abdul Fattah Jandali, nato nel 1931, era, infatti, emigrato negli Stati Uniti nel 1950. Nato nella città di Homs, recentemente devastata dalla guerra civile in corso in Siria, musulmano, l’uomo aveva lasciato la Siria diretto in Libano, poi, a causa delle turbolenze politiche al momento, era voltato in America.

Il padre di Steve Jobs, che ora ha compiuto 85 anni e vive in Nevada, in America aveva studiato ed era diventato professore di scienze politiche.

Lui e la sua ragazza, Joanne Carole Schieble, di origine svizzero-tedesca, furono costretti da genitori di quest’ultima a dare in adozione Steve Jobs. Il padre della giovane donna aveva proibito alla figlia di tenere il bambino, nato fuori dal matrimonio da un padre musulmano.

Infine, una coppia di americani, Paul e Clara Jobs, aveva adottato Steve Jobs.


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