Inquinamento: Trump non dovrebbe poter decidere per tutti

Il mondo è sbieco. In un contesto sempre più globalizzato, in cui le distanze si sono accorciate e gli scambi sono planetari, è davvero inaudito che un uomo eletto da nemmeno la metà degli americani possa decidere impunemente di chiudere un occhio sull’inquinamento e di costruire oleodotti per rendere, ancora di più, il mondo una pattumiera.Gli Stati Uniti sono uno dei paesi più inquinatori e già hanno contribuito a rendere l’aria di tutti irrespirabile.

In un contesto in cui con un click ci connettiamo con gente di un altro continente, non è più possibile che su alcune questioni che hanno conseguenze sull’intero pianeta terra si possa andare avanti così. Serve un direttorio internazionale formato da saggi in grado di decidere al di sopra delle economie, delle politiche e delle realtà nazionali contingenti.

Non ci si può più solo misurare sui rapporti di forza  tra gli stati per risolvere delle questioni che riguardano tutti, come l’ambiente o l’eccessiva concentrazione della ricchezza.Otto persone al mondo hanno la metà della ricchezza mondiale. La lotta disparità di classe, la condizione proletaria di fronte a questo era niente.

Trump tra le sue prime iniziative da Presidente ha autorizzato la costruzione dei due controversi oleodotti, il Keystone e il Dakota Access, bloccata da Obama.

“Si tratta di tanti posti di lavoro, 28.000”,  “rimetteremo all’opera un sacco di lavoratori del settore dell’acciaio”, ha detto Trump. Ma questi lavoratori non potrebbero essere impiegati nella costruzioni di materiali per le energie rinnovabili?

Col riscaldamento globale, i ghiacciai si sciolgono, i continenti profondano, il clima provoca eventi catastrofici. La via, anche quella a breve termine, per risollevare la classe media americana, non può essere quella indicata da Trump. Magari vengono altri tornado, più frequenti e più disastrosi, pure negli Stati Uniti.

(Paola Ort)


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