Prendere una pillola solo ogni 15 giorni: perché no?

La creazione di una pillola sperimentale, che può rimanere nello stomaco fino a due settimane, diffondendo gradualmente un farmaco potrà forse, fra poco, ridurre il numero delle dosi necessarie per trattare una malattia.

Il professor Robert Langer e i suoi colleghi del MIT (Massachusetts Institute of Technology) hanno sperimentato un prototipo nei suini con un farmaco antiparassitario chiamato ivermectin.

Finora, le compresse non durano mai più di 24 ore. Questa nuova capsula spiana la strada per la produzione di un farmaco orale che ha un sistema di trasmissione a lunghissimo termine. In pratica, anziché tutti i giorni, uno può prendere lo stesso farmaco sono ogni due settimane.

Una volta nello stomaco, i due centimetri nella capsula si dispiegano in un polimero a stella di quattro centimetri, che impedisce al farmaco di uscire dallo stomaco, senza dare fastidio al passaggio del cibo.

Questa nuova tecnologia potrebbe essere vantaggiosa per le persone che hanno bisogno di un trattamento graduale, come quelle che soffrono di malattie neuropsichiatriche o di malattie croniche, che attualmente ogni giorno devono prendere un farmaco.

La pillola si dissolve naturalmente dopo diverse settimane.

“Assumere il farmaco su base giornaliera per lunghi periodi può essere davvero problematico”, ha osservato il Andrew Bellinger, cardiologo del Brigham and Women Hospital e Chief Scientist della Lyndra.

La società americana Lyndra sta attualmente sviluppando il prodotto per la commercializzazione.

I dettagli di questa ricerca di un farmaco che dura due settimane sono stati illustrati sulla rivista Science Translational Medicine.

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