Allergie: ne soffre un italiano su quattro

Un italiano su quattro soffre di patologie allergiche. La rinite allergica colpisce il 25% della popolazione; l’asma il 5-6%. Le allergie alimentari in età pediatrica colpiscono il 7-8% dei soggetti, mentre nell’adulto il 5-6%. Eppure quasi un italiano su due crede di essere un soggetto allergico o intollerante. L’allarme allergie e intolleranze viene lanciato durante il Congresso Nazionale dell’AAIITO, Associazione degli Allergologi e Immunologi Territoriali e Ospedalieri Italiani, sino al 22 ottobre, presso il Palazzo del Consiglio Regionale di Reggio Calabria.

 LE ALLERGIE E LE INTOLLERANZE ALIMENTARI – Secondo le stime più recenti l’allergia alimentare interessa il 7-8% dei bambini di età inferiore a 3 anni e circa il 3-4 della popolazione adulta. Tuttavia la percezione globale di “allergia alimentare” nella popolazione generale risulta molto più alta, intorno al 30%. Gli alimenti responsabili della stragrande maggioranza delle reazioni allergiche sono: latte, uova, arachidi, pesci, frutta secca, soia nei bambini e, negli adulti, arachidi, noci, pesci, crostacei, soia, verdura e frutta.

GRAVIDANZA E FARMACI ANTIALLERGICI –Una donna su cinque fa uso di farmaci da banco o con prescrizione – dichiara il Dr. Antonino Musarra, Presidente eletto dell’AAIITO – durante la gravidanza. Quelli maggiormente usati sono i decongestionanti e gli antistaminici. Sempre più spesso le donne incinta acquistano farmaci di propria sponte, senza consultare il medico curante, anche quando si tratta di prodotti antiasmatici, seppure in Italia si presti maggiore attenzione rispetto ad altri Paesi. Spesso la scarsa conoscenza sulla sicurezza dei farmaci e quindi lo scarso utilizzo anche di quelli più sicuri, porta al ricorso ad espedienti poco efficaci che rischiano di esacerbare i sintomi ed a causare danni al feto”.

 LA DIETA DELLA MADRE NON INFLUENZA LE FUTURE ALLERGIE DEL FIGLIO – “Inizialmente – aggiunge Giuseppe Pingitore, specialista in Pediatria e Allergologia – si sconsigliavano alle madri che allattavano proteine allergizzanti come quelle dell’uovo o del latte, ma ad oggi si è notato che, sia durante la gravidanza che dopo, la madre può tenere una dieta libera, senza influire così sulle future allergie del figlio. Nei casi in cui il bambino non possa fruire del latte materno, ci sono dei dati, a cui sono ispirate le Linee Guida internazionali, che suggeriscono di dare un latte speciale ipoallergenico. Tuttavia, i risultati non sono univoci: alcuni studi dicono che nell’arco di qualche anno si riducono le allergie, soprattutto quelle alimentari e la dermatite atopica, ma non i rischi di diventare asmatici e di essere colpiti da rinite allergica. Altri sostengono che questa misura preventiva del latte ipoallergenico non dia alcun giovamento. Il dibattito resta aperto, con una prevalenza delle Linee Guida suddette, ma con una crescita della corrente di pensiero opposta”.

 


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