Perché le mani hanno cinque dita

Perché le nostre mani hanno cinque dita e non tre o sette? E’ questa la domanda che si è posta la genetista Marie Kmita, che con il suo team dell’Istituto di ricerca clinica di Montreal, in Canada, ha fatto dei lavori i cui risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista ‘Nature’.

Le prime specie terrestri, a metà tra i pesci e i rettili, avevano di solito sei, sette o otto dita alle estremità dei loro arti e non cinque come la maggior parte degli animali di oggi.

La studiosa si è chiesta come si è passati da sette o otto dita… a cinque.

Un team presso l’Università di Chicago un paio di settimane fa aveva pubblicato una scoperta, secondo cui i geni coinvolti nella formazione delle pinne dei pesci sono molto simili a quelli che governano lo sviluppo della mano umana. Non solo i geni che determinano la formazione delle pinne dei pesci, le ali di pipistrello, gli zoccoli dei cavalli e le mani umane sono molto più simili di quanto si pensasse.

Kmita e il suo team hanno dimostrato che ci sono “interruttori” che attivano o disattivano questi geni in diverse parti del corpo e nelle diverse fasi dello sviluppo embrionale, a seconda della specie.

Kmita e il suo team, manipolando gli interruttori nel codice genetico di alcuni topi sono riusciti a creare degli animali con sei, sette e anche otto dita.

Con la creazione di animali con più di cinque dita come gli antenati degli esseri umani, la signora Kmita in qualche modo è tornata indietro nel tempo.

Resta da capire quale vantaggio evolutivo per gli animali domestici e per l’uomo abbia costituito l’avere cinque dita.

Lo studio potrebbe anche aiutare a capire l’origine delle deformità che a volte si verificano durante lo sviluppo dell’embrione. La ricerca, infatti, suggerisce che le malformazioni provengono non solo dalle mutazioni dei geni, ma anche dagli interruttori che non attivano o disattivano i geni al momento giusto o nel posto giusto.


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