Su quanto sia ancora temibile il virus dell’HIV, purtroppo, c’è ancora molta ignoranza. Se i giovani sono tra i più infettati nel nostro Paese, è anche vero che essi ne sanno poco di questo terribile virus. Inoltre, di AIDS e di HIV se ne parla poco, in televisione, nelle scuole e anche in ambito sanitario. Così un virus, responsabile di una malattia che sembra interessi solo i paesi sottosviluppati, in Italia, ha infettato oltre 120mila persone. Si scopre, inoltre, un nuovo caso di contagio ogni 2 ore. Il 60% dei nuovi casi viene rilevata in una fase tardiva di infezione.
I nuovi casi (circa 4mila ogni anno), riguardano soprattutto i giovani. La Lombardia, con circa 20mila persone sieropositive, è tra le regioni italiane più colpite.
Oltre alla Lombardia, tra le regioni italiane più colpite, ci sono Lazio, Emilia Romagna e Liguria.
Secondo il Bollettino del Centro Operativo AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità, la maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da HIV è attribuibile a rapporti sessuali senza preservativo, che costituiscono l’84.1% di tutte le segnalazioni (eterosessuali 43.2%; omosessuali MSM 40.9%).
Il 27.1% (1 su 4) delle persone diagnosticate come HIV positive è di nazionalità straniera.
Il 40% delle persone sieropositive, inoltre, non rivela ai familiari di aver contratto l’Hiv e il 74% non lo dichiara nel contesto lavorativo. Il 37% degli italiani non si è mai sottoposto al test HIV e il 5% delle persone che vivono con HIV non lo ha mai detto neanche al proprio partner.
A fare il punto sulla situazione italiana sono gli specialisti dell’ICAR, la Conferenza giunta alla sua 8a edizione, che avrà luogo dal 6 all’8 giugno a Milano.
LO SPALLANZANI AVEVA LANCIATO UN ALLARME
Mesi fa, in Italia, anche lo Spallanzani Roma aveva lanciato un allarme, osservando che in Italia l’Aids è curato poco e male.
Secondo il nosocomio romano, solo il 50% delle persone che ne hanno bisogno si sottopongono alla giusta terapia.
“Nel 2012 in Italia erano inconsapevoli del proprio stato di infezione da HIV tra le 10.000 e le 12.000 persone”, pari a circa l’11-13% delle persone che avevano contratto l’infezione, aveva detto Enrico Girardi direttore di Epidemiologia Clinica dell’INMI Spallanzani.
Oltre a queste, l’esperto aveva detto che ci sono “persone che non accedono ai centri di cura o non ricevono un trattamento efficace o non lo assumono correttamente”, precisando che è necessario adoperarsi affinché “le persone non abbandonino le terapie rischiando per sé stessi e per gli altri”.
L’inconsapevolezza verso questo virus, infatti, porta non solo a fare del male a se stessi, con lo sviluppo dell’AIDS, ma anche all’aumento dei contagi tra la popolazione.