Oltre 120mila persone in Italia hanno l’Hiv. Il 60% degli infettati lo sa tardi

Non si direbbe, eppure l’Hiv anche in Italia è un compagno silenzioso e fastidioso per molte persone. Sono infatti oltre 120mila le persone che convivono con il virus nel nostro Paese. Quello che preoccupa è che avviene un nuovo caso di contagio ogni 2 ore.  Il 40% delle persone sieropositive, inoltre, non rivela ai familiari di aver contratto l’Hiv e il 74% non lo dichiara nel contesto lavorativo. Il 37% degli italiani non si è mai sottoposto al test HIV e il 5% delle persone che vivono con HIV non lo ha mai detto neanche al proprio partner.

A fare il punto sulla situazione italiana è stato ICAR, il network di oltre mille specialisti, che sarà alla 8a edizione del Congresso, dal 6 all’8 giugno a Milano

I nuovi casi  (circa 4mila ogni anno), riguardano soprattutto i giovani. La Lombardia, con circa 20mila persone sieropositive, è tra le regioni italiane più colpite.

Il 60% dei nuovi casi viene rilevata in una fase tardiva di infezione.  Oltre alla Lombardia, tra le regioni italiane più colpite, ci sono Lazio, Emilia Romagna e Liguria.

Preoccupa nel nostro Paese una drastica riduzione dell’informazione, in un contesto in cui le infezioni riguardano soprattutto i giovani tra i 25 e i 29 anni.

Secondo il Bollettino del Centro Operativo AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità, la maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da HIV è attribuibile a rapporti sessuali senza preservativo, che costituiscono l’84.1% di tutte le segnalazioni (eterosessuali 43.2%; omosessuali MSM 40.9%).

Il 27.1% (1 su 4) delle persone diagnosticate come HIV positive è di nazionalità straniera.

IL CONGRESSO – L’ottava edizione di ICAR (Italian Conference of AIDS and Antiviral Research) si terrà quest’anno dal 6 all’8 giugno 2016 a Milano. Il congresso, presieduto dai professori Andrea Gori, (Monza), Adriano Lazzarin, (Milano), e Franco Maggiolo, (Bergamo), avrà luogo presso l’Università Milano-Bicocca  in Piazza dell’Ateneo Nuovo, 1. Saranno oltre 150 gli scienziati e i ricercatori presenti, dall’Italia e dall’estero, e mille gli specialisti.

L’obiettivo, in continuità con la tradizione delle passate edizioni, sarà quello di presentare e discutere le novità in tema di prevenzione, diagnosi e cura delle principali infezioni virali. Di particolare attualità saranno sia la gestione della lotta all’HIV/AIDS, sia la terapia dell’infezione cronica da HCV. Le diverse tematiche arricchite dal contributo dei giovani ricercatori, come da caratteristica di ICAR, verranno discusse in modo condiviso con la partecipazione di tutti gli attori coinvolti, dalla comunità scientifica, alle associazioni dei pazienti e alle realtà istituzionali.

ICAR (Italian Conference on Antiviral Research) è organizzata sotto l’egida della SIMIT, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, “Noi intendiamo coordinare le diverse realtà scientifiche impegnate nell’assistenza, ricerca e sperimentazione clinica in tema di infezione virali. – ha sottolineato Antonio Chirianni, Presidente Simit – L’evento Congresso di ICAR è basato sui contributi originali della ricerca italiana, nel campo dell’infezione da HIV/AIDS e delle altre malattie virali, aperta ai contributi internazionali nel settore, e verrà articolata in vari tracks. L’implementazione degli stessi sarà ispirata essenzialmente a criteri di eccellenza scientifica”.

I PRESIDENTI – “In quest’ottica – spiegano i Presidenti Andrea Gori, Adriano Lazzarin e Franco Maggiolo – verrà sottolineata la necessità di integrare un approccio prettamente terapeutico con problematiche legate alla prevenzione che coinvolgano anche il “sommerso” e la realizzazione di strategie più attuali ed efficaci di offerta del test. L’obiettivo sarà quello di porre all’attenzione della comunità scientifica la necessità di individuare percorsi di cura che nascano dall’interazione tra ricerca di base, ricerca clinica e le esigenze delle persone sieropositive con particolare attenzione alla percezione del paziente. ICAR vuole superare la dimensione congressuale ed accademica aprendosi alla società civile ed istituzionale ponendosi come volano di ricerca, cultura e comunicazione che sappia affrontare in modo integrato i problemi di sanità pubblica connessi alla cura ed alla prevenzione delle infezioni virali”.


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