Mentre nel mondo continua lo sconcerto per l’improvvisa morte di Prince e non mancano le speculazioni, chi ha avuto l’opportunità di stare in contatto con il geniale artista condivide i suoi ricordi.
“Ho conosciuto Prince a metà degli anni ’90 lavorando nel suo studio di Minneapolis. La prima volta che l’ho incontrato nei corridoi del Paislay Park mi chiese se sapevo ballare. Mi invitò a trascorrere una serata nel suo club, il Glam Slam.
Uno di Foggia nella zona VIP del locale più funk del globo. Indimenticabile!”, ha detto Gegè Telesforo, uno dei pochi musicisti italiani ad avere lavorato con il grande artista di Minneapolis, sabato, parlando su Radio 24, nel talk show musicale ‘Sound Check’, che conduce ogni sabato alle 19.00.
E’ stata interamente dedicata a Prince Roger Nelson, il piccolo grande artista di Minneapolis, che ha fortemente segnato l’evoluzione della Black Music dalla fine degli anni ‘70 ad oggi, la puntata di sabato 23 aprile, costituendo un sincero tributo ad un musicista geniale ed unico nel suo genere sempre all’avanguardia nel modo di scrivere, di comporre, di produrre in autonomia la sua musica, fuori dagli schemi e dagli stereotipi.
Chi ha conosciuto l’artista lo ricorda, in barba alle molte speculazioni che ci sono state sulla sulla stampa sui problemi di salute di Prince.
Il cantante, compositore, arrangiatore e polistrumentista era considerato uno dei più innovativi della sua epoca e aveva avuto successo tutto il mondo, con alcuni suoi motivi.
L’artista aveva imparato a suonare il pianoforte all’età di 7 anni, la chitarra a 13 anni e la batteria all’età di 14 anni.
Musicista autodidatta, si era guadagnato una grande popolarità grazie alla sua immagine provocatoria e fantasiosa.