Conoscere i vicini di scrivania, per vivere e sopravvivere

La vita in ufficio, con i colleghi a volte è difficile e la convivenza è dura. Esistono diverse tipologie di colleghi ed è fondamentale conoscerle per sopravvivere alle lunghe ore d’ufficio, senza farsi travolgere, imparando a stare insieme e a rendere le ore di lavoro meno pesanti.

Infatti…C’è il lamentoso che sparge malumore e negatività tra i colleghi. Il narcisista che cerca di prendersi i meriti di un lavoro mettendo in ombra il resto del team. Per non parlare dell’ansiogeno che, ad ogni nuova richiesta del capo, cerca rassicurazioni dal vicino di scrivania. Sono queste alcune delle tipologie di collega con le quali si ha spesso a che fare durante la giornata lavorativa.

Gli esperti Hays Response, la divisione del gruppo Hays dedicata alla selezione di profili più junior, hanno individuato 6 prototipi di collega e altrettanti stratagemmi da tenere a mente per evitare che la vita d’ufficio diventi estenuante.

“Le relazioni tra colleghi sono spesso fonte di stress soprattutto nei primi anni di formazione quando non si ha l’esperienza sufficiente per gestire le personalità più complesse – afferma Fabio Scarcella, responsabile di Hays Response –. Basta però adottare dei semplici accorgimenti nel rapporto con i colleghi per evitare discussioni e malumori migliorando, al tempo stesso, la capacità di comprensione e la disponibilità verso gli altri: due soft skills che possono fare la differenza nel proprio percorso professionale”.

Ma quali sono le tipologie di collega più difficili? Ecco le 6 individuate da Hays Response:

1. IL LAMENTOSO

“Non si può lavorare così”. Questo è il leitmotiv del collega che si lamenta di tutto: dal ritardo dei fornitori al rumore della stampante, dalla maleducazione dei clienti alla qualità del caffè nella macchinetta. Il lamentoso contagia i colleghi spargendo malumore e demotivando anche i più volenterosi. Meglio stargli alla larga per evitare di entrare in un vortice di negatività e pessimismo che può rendere le giornate davvero pesanti e interminabili. In alternativa, provate a parlare di argomenti positivi e allegri e, se neanche questa strategia dovesse funzionare, non abbiate timore di stroncare la sequela di lamenti con una semplice frase: “Se non puoi lavorare così, licenziati”.

2. IL NARCISISTA

Il narcisista è quel collega che ha un’esagerata percezione del proprio valore o della propria importanza. È bravo solo lui, se non ci fosse lui l’intera divisione (…anzi, l’intera azienda!) avrebbe già chiuso i battenti. Molto spesso non ama collaborare con gli altri colleghi e, se lo fa, cerca di prendersi tutti i meriti del successo (mentre delega agli altri la responsabilità in caso di fallimento). È sempre alla ricerca di attenzioni e di conferme delle sue smanie di grandezza. Non alimentate l’ego di questo collega assumendo un atteggiamento di sudditanza, ma fategli presente che i migliori risultati si ottengono grazie al duro lavoro di squadra!

3. IL DISORGANIZZATO

Il disorganizzato arriva puntualmente in ritardo e trafelato perché gli capitano ogni giorno mille peripezie e disavventure nel tragitto casa-lavoro. Si dimentica sempre qualcosa di fondamentale (lo smartphone, gli occhiali, la chiavetta usb…) e, per questo, ha un motivo per chiedervi un favore e coinvolgervi nel suo caos. State attenti a non mostrarvi troppo accomodanti e disponibili, meglio mantenere un certo distacco o vi ritroverete a dover impiegare il vostro tempo a risolvere i suoi guai, anziché portare a termine le vostre attività lavorative.

4. L’ANSIOGENO

È il collega che si sente perennemente in colpa se non lavora il triplo degli altri, che si giustifica in continuazione e interpreta ogni osservazione come una critica. Di fronte a una nuova scadenza o brief, semina panico e demotivazione tra i colleghi per paura di non farcela. Per sopravvivere all’ansiogeno, ogni volta che vi ci interfacciate, tenete a mente che il 90% delle sue preoccupazioni sono del tutto inutili e dettate dalla sua incapacità di gestire lo stress.

5. L’IMPEGNATO

Arriva per primo in ufficio ed è l’ultimo a lasciarlo. Ha una to-do list chilometrica e le sue giornate sono piene di riunioni, telefonate e attività da monitorare. Attento ai dettagli e alla precisione, cerca di mantenere un profilo basso anteponendo il bene dell’azienda alla sua gratificazione personale. Per questo è il punto di riferimento del capo, che sa che può fidarsi ciecamente di lui e della sua completa dedizione all’impresa. Lavorare con lui spesso può non essere facile se ha una scadenza imminente. Tuttavia, tra i colleghi, è quello da prendere come esempio per apprendere tutti i segreti del mestiere.

6. LO SVOGLIATO

È il più divertente tra i colleghi, ma è più il tempo che passa su Facebook o alla macchinetta del caffè di quello che dedica al lavoro. Ogni scusa è buona per non finire un’attività o per non partecipare a una riunione e svignarsela dall’ufficio per un improvviso impegno personale. Attenzione a mostrarvi amichevoli e disponibili con lo svogliato: meglio mantenere le distanze per non correre il rischio di vedersi “subappaltate” le mansioni che non ha voglia di portare a termine.


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