Carne rossa parzialmente assolta: la quantità e i modi di cottura fanno la differenza

Le carni rosse sono state parzialmente assolte, dopo l’allarme che si era creato in tutto il mondo dopo la pubblicazione di un articolo da parte di una importantissima rivista scientifica.

In Italia, il Comitato nazionale per la sicurezza alimentare (CNSA) ha precisato che molto dipende dalle modalità di cottura della carne. Vari studi hanno messo in luce che sarebbero le carni cotte alla brace non opportunamente condite a sviluppare sostanze cancerogene.

L’insorgenza dei tumori – ha spiegato il Comitato – è un evento derivante da più fattori di natura individuale, comportamentale e ambientale, tra i quali vanno considerate anche le abitudini alimentari, spiegando che l’effetto cancerogeno delle carni è condizionato dalle abitudini di cottura e fi trasformazione.

Il CNSA ha anche ricordato che la carne costituisce una importante fonte di proteine ad alto valore biologico e di altri nutrienti essenziali per la vita, soprattutto in alcune fasce d’età e condizioni di salute.

Il Ministro della Salute, on. Beatrice Lorenzin aveva richiesto un parere al CNSA immediatamente dopo la pubblicazione da parte della rivista “The Lancet – Oncology” dell’abstract di una Monografia IARC che metteva in relazione il consumo di carni rosse trasformate e fresche con un aumentato rischio di insorgenza di tumori del colon retto.

Il recente parere del CNSA è stato reso al termine di una approfondita istruttoria svoltasi negli ultimi tre mesi. L’Organismo ha raccomandato di seguire costantemente un regime alimentare vario, ispirato al modello mediterraneo, con una riduzione di grassi e proteine animali e una assunzione costante di cibi ricchi di vitamine e fibre.


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