L’autismo nelle scimmie aiuterà a capire la patologia nell’uomo

Alcuni scienziati in Cina sono riusciti a modificare i geni delle scimmie, per la prima volta, al fine di studiare il comportamento autistico negli esseri umani e la trasmissione della malattia ai loro discendenti.

Uno studio pubblicato lunedì dalla rivista “Nature” dice che gli scienziati dell’Accademia cinese delle scienze sono riusciti a sviluppare un modello di primate affetto dalla sindrome della duplicazione del gene MeCP2, un gene epigenetico che controlla l’attività di molti altri geni.

Questo disturbo condivide alcuni dei sintomi principali con alcuni di quelli dello spettro autistico, hanno spiegato gli autori dello studio.

Una delle sfide principali nella ricerca era la mancanza di modelli animali che potessero riprodurre fedelmente i sintomi di questa condizione rilevata nei pazienti umani.

Nonostante negli ultimi anni fossero stati realizzati grandi progressi in questo campo, negli esperimenti con i roditori, non c’era stata finora la creazione di modelli di primati non umani, che riflettessero più accuratamente malattie neurali complesse.

Ora, i ricercatori hanno studiato otto Macaca fascicularis, geneticamente modificati e che avevano sviluppato una sovraespressione nel cervello del gene MeCP2, associato all’autismo.

Dallo studio è emerso che le funzioni cognitive di questi primati transgenici erano relativamente normali, ma parecchi cambiamenti esistevano nel loro comportamento.

Tra i comportamenti anomali, alcuni erano ripetitivi e motori, legati all’ansia e a una diminuzione dell’interazione sociale.

Inoltre, una trasmissione del gene ai discendenti di una delle scimmie ha mostrato nello studio un deterioramento delle interazioni sociali quando esse sono state esaminate come coppie.

Secondo gli autori dello studio, questo lavoro potrebbe contribuire allo sviluppo di strategie terapeutiche per trattare i sintomi di alcune malattie dello spettro autistico.


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