“Il nome di Dio è misericordia”: in uscita il libro di Papa Francesco

Papa Francesco ha posto l’accento sul volto misericordioso della Chiesa cattolica nel suo primo libro scritto da pontefice.

“Spero che il Giubileo straordinario faccia emergere sempre di più il volto di una Chiesa che riscopre le viscere materne della misericordia e che va incontro ai tanti ‘feriti’ bisognosi di ascolto, comprensione, perdono e amore”, dice il Papa.

Da un po’ tempo il Papa argentino ripete che Dio non si stanca di perdonare e che preferisce i peccatori pentiti ai moralizzatori ipocriti che non si pentono. Concetti che riappaiono sul nuovo libro.
Una vasta e seria riflessione sul perdono di Dio è il tema dell’opera e il tema del Giubileo della misericordia, iniziato l’8 dicembre.

Il libro intitolato “Il nome di Dio è misericordia” uscirà martedì con 21 case editrici, in 86 paesi.
Si tratta di una conversazione di 100 pagine con il giornalista Andrea Tornielli.
Anche il Papa è un uomo che ha bisogno della misericordia di Dio, ha ribadito, nel testo, Papa Francesco.
Il Pontefice nel testo prende le distanze dalla rigorosa dottrina che nel corso della storia della Chiesa ha sfidato messaggio di amore incondizionato e la misericordia che Gesù ha anche per il più miserabile dei peccatori.

Sono uomini che intendono la legge alla lettera, conoscono solo come chiudere le porte e tracciare i confini, ha detto il Papa, aggiungendo: dobbiamo evitare l’atteggiamento da giudici, cercando la pagliuzza nell’occhio del fratello, pur rimanendo all’oscuro della trave che c’è nel proprio.

E’ evidente che gli incontri con gli emarginati della società hanno plasmato il punto di vista sulla fede del Pontefice argentino e hanno formato la base del Suo pontificato.

Come confessore, Francesco ha detto di aver sempre cercato una crepa, solo una piccola apertura, in modo da poter fare leva e aprire quella porta che conduce al perdono e alla misericordia.

Il Papa ha anche detto di essere sempre stato molto legato ai carcerati, proprio per la consapevolezza di essere un peccatore.

Ogni volta che ho varcato la soglia di un carcere, mi sono sempre chiesto : perché loro e non io?, ha detto il Papa.

La loro caduta avrebbe potuto essere la mia, non mi sento migliore di quelli che sono davanti a me, ha spiegato.

Papa Francesco anche in questo libro ha rimarcato la differenza tra peccatori e corrotti.

“La corruzione – ha detto – è il peccato che invece di essere riconosciuto come tale e di renderci umili, viene elevato a sistema, diventa un abito mentale, un modo di vivere. Non ci sentiamo più bisognosi di perdono e di misericordia, ma giustifichiamo noi stessi e i nostri comportamenti. Il peccatore pentito, che poi cade e ricade nel peccato a motivo della sua debolezza, trova nuovamente perdono, se si riconosce bisognoso di misericordia. Il corrotto, invece è colui che pecca e non si pente, colui che pecca e finge di essere cristiano, e con la sua doppia vita dà scandalo


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