Il gomito si muove di nuovo con le ossa di un cadavere nella protesi

Ridare la mobilità a un gomito utilizzando le ossa di un cadavere: un’operazione che potrebbe sembrare impossibile è diventata reale nell’Ortopedia e traumatologia dell’ospedale dell’Angelo di Mestre.

Un paziente che aveva completamente perso la mobilità del gomito, a causa di un danno cerebrale, e che aveva il braccio ‘fermo’ a 90 gradi, ha riavuto il movimento e ha riacquistato la capacità di compiere di nuovo gesti semplici, come vestirsi.

Nell’operazione chirurgica, il gomito del paziente è stato ricostruito utilizzando “una protesi composita con ossa prelevate da cadavere”, come ha detto all’Adnkronos Salute Andrea Miti, direttore dell’Unità operativa dell’ospedale che ha compiuto l’operazione chirurgica.

“L’intervento – ha detto Miti – non è il primo che viene effettuato, ma è di particolare interesse perché solitamente avviene su pazienti che hanno un tumore. In questo caso si è intervenuti in presenza di un blocco di un gomito a causa del quale si erano sviluppate ossificazioni, rimosse, però, come se fossero il tumore. Si è proceduto con la resezione dell’omero e dell’ulna asportando tutto ciò che era stato inglobato dall’ossificazione, dopodiché è stata inserita la protesi composita, con 5-6 centimetri di tessuto osseo ottenuto da cadavere”.

«Il paziente – ha spiegato l’esperto – operato quasi un anno fa con un intervento durato 5 ore, non ha recuperato tutta la mobilità ma gli è stato restituito il suo fisiologico flettersi e distendersi: ora può muoversi, vestirsi, compiere azioni anche se limitate dal fatto che ha bisogno di un deambulatore per camminare”.

I chirurghi di Mestre in passato avevano fatto altri tre interventi di questo tipo. Ma, come hanno spiegato, questi interventi non sono comuni, dato che non è facile applicare una protesi all’anca e al gomito.

Il paziente operato ha 55 anni e aveva nel gomito una grande massa ossea compatta, dovuta a un’ossificazione, sviluppatasi progressivamente, come conseguenza di un infarto con ipossia cerebrale. La sua articolazione era avvolta in un blocco unico e solidificato, «grande quanto un grosso limone”.

Ora, il paziente ha un nuovo omero, per metà originario e per metà trapiantato da cadavere, e ha una nuova ulna, anch’essa per metà originaria e per metà trapiantata. Tra le due ossa, sta l’articolazione artificiale, cioè la classica protesi che garantisce il movimento del gomito.


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