Il presidente della conferenza sul clima delle Nazioni Unite, Laurent Fabius, ha presentato mercoledì un nuovo progetto in un testo stilato per un accordo universale contro il riscaldamento globale, a meno di due giorni dalla chiusura della Conferenza COP21.
Martedì sera, dopo un’altra giornata di intensi e difficili negoziati, i ministri di 195 paesi in seduta plenaria hanno esaminato tutti i principali punti di disaccordo che rimanevano da risolvere.
Il documento, presentato ieri, è stato fatto sulla base del progetto di 48 pagine preparato la scorsa settimana dai negoziatori, e incorporerà le raccomandazioni giunte fino a martedì a mezzanotte dai facilitatori dei vari gruppi di lavoro.
Tra le questioni spinose quella della ripartizione degli sforzi tra Nord e Sud.
Il ministro dell’Ambiente indiano, Prakash Javadekar, si è detto “deluso” martedì dagli impegni presi dai paesi sviluppati e ha chiesto con le sue controparti cinesi, del Brasile e del Sudafrica “un sostanziale aumento” del contributo finanziario promesso.
La revisione periodica delle misure per limitare le emissioni di gas a effetto serra, inoltre, non pare riuscirà a contenere il riscaldamento globale al di sotto della soglia dei + 2 ° dalla Rivoluzione industriale.
Se 43 paesi più vulnerabili agli effetti del riscaldamento globale chiedono di raggiungere l’obiettivo di + 1,5 ° C, i paesi petroliferi sono riluttanti sulla maggior parte dei punti.
Ma una temperatura di + 3 ° è al di là del sopportabile per molte specie e ed ecosistemi.
Il negoziatore cinese Xie Zhenhua, tuttavia, si è detto “fiducioso”, che si troverà “un approccio globale, ambizioso, vincolante che non lasci fuori nessuno”.