Papa Francesco: resistere alla “tentazione della paura dell’altro”

Papa Francesco è giunto domenica a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, per questa tappa ad alto rischio e consegnare un messaggio di riconciliazione e di pace a un paese tormentato da anni dalla violenza religiosa.

L’ARRIVO NELLA REPUBBLICA CENTRAFRICANA

Il Papa è stato accolto all’aeroporto dalla presidente temporanea Catherine Samba Panza.
Decine di migliaia di persone si erano ammassate lungo le Avenue des Martyrs, che dall’aeroporto conduce a piazza della Riconciliazione.

La gente ha sventolato bandiere e gridato il suo benvenuto al Papa. Motorini strombazzanti hanno seguito la papamobile, che per volere di Francesco aveva i vetri aperti ai lati.

Bisogna resistere alla tentazione della paura dell’altro, di un’altra etnia o religione, ha detto il Pontefice, parlando in un campo profughi di un paese, a maggioranza cattolica e a minoranza musulmana, afflitto dalla violenza settaria.

La speranza è che la sua visita incoraggerà una ripresa del dialogo e il placarsi degli scontri.
Da settembre, Bangui ha sperimentato nuove tensioni che hanno provocato la morte di almeno 100 persone, secondo Human Rights Watch.

La Francia aveva messo in guardia il Vaticano all’inizio di questo mese sui rischi di questa visita.
Ma il Pontefice aveva liquidato le preoccupazioni con una battuta dicendo di temere più le zanzare che le persone.

L’APERTURA DELLA PORTA DELLA CATTEDRALE

Nel pomeriggio di domenica il Pontefice ha aperto la porta della Cattedrale di Bangui per dichiarare, da una periferia del mondo, l’avvio del Giubileo della Misericordia, nell’Anno Santo Straordinario che inizierà ufficialmente l’8 dicembre, con una cerimonia in Vaticano.

Poco prima, nell’ultima tappa della sua visita in Africa, papa Francesco, domenica, aveva lanciato un appello per la riconciliazione tra cristiani e musulmani, per cercare di porre fine al conflitto che dura da due anni e che ha lasciato migliaia di morti e costretto un milione di persone ad abbandonare la propria casa.

Durante la sua visita a Bangui, il Pontefice aveva invitato alla giustizia, all’amore e alla misericordia, garanzie di vera pace, anche ispirandosi al motto del Paese, “unità, dignità e lavoro” per superare il conflitto.


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