Attraversata la barriera encefalica, portata la chemio al cervello

Gli scienziati del Sunnybrook, in Canada, hanno messo a punto un ultrasuono non invasivo capace di infrangere la barriera emato – encefalica e portare la chemioterapia nel tumore al cervello.

Finora non era possibile curare certi tumori cerebrali perché non era possibile far arrivare all’organo i medicinali.

Ogni persona ha una barriera protettiva che normalmente limita il passaggio di sostanze dal flusso sanguigno al cervello proteggendolo dalle sostanze chimiche tossiche.

Ora, i ricercatori del Sunnybrook Health Sciences Centre hanno trovato il modo per aprire temporaneamente questa barriera portando la chemioterapia direttamente al tumore del cervello.

Il team di ricerca ha infuso un farmaco chemioterapico, quindi minuscole e microscopiche bolle, nella circolazione sanguigna di un paziente con un tumore cerebrale maligno.

Le microbolle sono più piccole dei globuli rossi e passano in modo innocuo attraverso la circolazione.

I ricercatori hanno usato una Risonanza Magnetica per Imaging (MRI) basata su ultrasuoni a bassa intensità per portare i farmaci nei vasi sanguigni di destinazione, nell’area vicina al tumore. Le onde, ripetute, hanno compresso ed espanso le microbolle, facendole vibrare e allentando le giunzioni della barriera encefalica.

Una volta che la barriera era stata aperta, la chemioterapia l’ha attraversata ed è stato depositato il farmaco nelle aree malate.

La tecnica offre speranza anche contro certe altre malattie come la demenza, l’epilessia e il Parkinson.

L’esperimento canadese ha coinvolto fino a 10 partecipanti che avrebbero dovuto sottoporsi alla neurochirurgia tradizionale per rimuovere il loro tumore al cervello.


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