Gli integratori di vitamina D sono inutili nelle donne in menopausa

Bassi livelli di vitamina D sono collegati a un maggior rischio di fratture ossee nelle donne dopo la menopausa, ma se esse assumono alte dosi di integratori la situazione non cambia, secondo una nuova ricerca, pubblicata su JAMA Internal Medicine.

La pratica comune di prescrivere supplementi di vitamina D per colmare la mancanza di vitamina non porta alcun beneficio alle donne anziane per le ossa o per la forza muscolare.

Mentre ad alta dosi la vitamina D fa aumentare l’assorbimento del calcio, l’aumento è stato solo dell’1 per cento con gli integratori, in uno studi fatto nell’Università del Wisconsin a Madison.

Lo studio ha riguardato 230 donne in menopausa, che avevano meno di 75 anni e che, in passato, avevano avuto livelli bassi di vitamina D.

Dalla ricerca è emerso che anche se chi aveva preso un integratore aveva raggiunto l’obiettivo di aumentare il livello di vitamina D nell’organismo, non c’era stato alcun beneficio in relazione alla densità ossea, alla forza muscolare o nei test fatti da sedute e stando in piedi, per valutare il rischio di cadute.

Oltre al rischio di fratture ossee e di cadute negli adulti più anziani, i bassi livelli di vitamina D sono associati con un elevato rischio di malattie cardiache, di demenza e di morbo di Alzheimer.

La vitamina D si trova in vari alimenti come i pesci grassi, i cereali integrali, le uova e i prodotti lattiero-caseari.


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