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Le donne hanno freddo. L’aria condizionata è regolata su uno standard maschile

Il superamento del sessismo passa anche da una migliore regolazione dell’aria condizionata nei posti di lavoro, negli edifici, nei supermercati.

E’ quanto ha trovato un nuovo studio olandese pubblicato su ‘Nature Climate Change’, il quale sostiene che lo standard oggi ampiamente utilizzato per il calcolo delle temperature di un edificio si basa su presupposti obsoleti dei tassi metabolici umani.

Migliorare i calcoli con cui vengono impostati i termostati non solo renderebbe il mondo un po’ meno ingiusto, ma potrebbe anche portare a una più alta efficienza energetica, scrivono gli autori dello studio.

Lo standard di oggi è tarato su un uomo di mezza età, di peso medio. Le temperature degli ambienti vengono regolate riferendosi all’unità standard del tasso metabolico di un uomo di 40 anni, di 70 kg di peso.

Il modello non tiene conto della differenza di genere, del fatto che le persone percepiscono la temperatura in modo diversa se sono di genere maschile o femminile, se sono grasse o magre, giovani o anziane.

Per gli autori dello studio, Kingma e van Marken Lichtenbelt, la misura attualmente in uso potrebbe sovrastimare il tasso metabolico delle giovani donne adulte in una percentuale che va dal 20 a 32 per cento.

Ricalibrare lo standard, prendendo in considerazione delle temperature leggermente più alte, così come sarebbero richieste dalle donne, per gli autori dello studio, significherebbe che gli edifici potrebbero risparmiare sui costi di raffreddamento. Questo non è senza significato in un contesto in cui i costi continueranno ad aumentare mentre la terra si riscalda.

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