Sanità: alcune prestazioni nel privato sono meno care del ticket

Il Servizio sanitario italiano è sempre più in crisi in Italia. Tra lunghe liste d’attesa, ticket che spesso costano poco meno di una prestazione privata, gli italiani quando sono malati, anche se sono poveri , sono costretti, se vogliono curarsi, a rivolgersi alle cure private.

A rilevarlo è stata la ricerca RBM Salute-Censis sul ruolo della sanità integrativa, da cui è emerso che sono 12,2 milioni gli italiani che ricorrono alla sanità a pagamento

In questo contesto, a proposito della sanità pubblica, il 50% degli italiani ritiene che il ticket sulle prestazioni sanitarie sia una tassa iniqua, il 19,5% pensa che sia inutile e il 30% lo considera invece necessario per limitare l’acquisto di farmaci.

Il 56% dei cittadini ritiene troppo alto il ticket pagato su alcune prestazioni sanitarie, mentre il 41% lo reputa giusto.

Gli italiani si lamentano di dover pagare ticket elevati soprattutto per le visite ortopediche (53%), l’ecografia dell’addome (52%), le visite ginecologiche (49%) e la colonscopia (45%).

Il 41% degli italiani dichiara che la sanità pubblica copre solo le prestazioni essenziali e tutto il resto bisogna pagarselo da soli, per il 14% dei nostri connazionali la copertura pubblica è insufficiente, per sé e la propria famiglia, mentre il 45% ritiene adeguata la copertura per le prestazioni di cui ha bisogno.

Ci si rivolge alla sanità privata per la lunghezza delle liste d’attesa (per il 61,6%) e la convinzione che se paghi vieni trattato meglio (per il 18%).

La fuga nel privato riguarda soprattutto l’odontoiatria (90%), le visite ginecologiche (57%) e le prestazioni di riabilitazione (36%). Ma il 69% delle persone che hanno effettuato prestazioni sanitarie private reputa alto il prezzo pagato e il 73% ritiene elevato il costo dell’intramoenia.

Talora, le prestazioni nel privato meno care del ticket. Lo ha constatato il 27% degli italiani.

(Fonte RBM Salute-Censis)


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