Allarme ambrosia: le allergie ai pollini aumenteranno

Il polline di ambrosia provocherà sempre più allergie, in Europa, secondo un nuovo studio pubblicato da ‘Nature Climate Change’.

Entro il 2050, i pollini nell’aria di questa pianta invasiva quadruplicheranno, in gran parte a causa del cambiamento climatico.

Gli esperti dicono che c’è un “urgente” bisogno di azione.

L’ambrosia (Ambrosia artemisiifolia) è una specie vegetale invasiva che produce del polline, il quale provoca una malattia allergica grave negli individui sensibili.

Le piante di ambrosia potrebbero ulteriormente invadere la terra in Europa, non solo a causa dei cambiamenti climatici, ma anche a causa dell’aumento dei semi che si disperderebbero nell’atmosfera.

Entro il 2050 le concentrazioni di polline di Ambrosia nell’aria saranno di circa 4 volte maggiori di quelli esistenti adesso, secondo lo studio di ‘Nature Climate Change’.

Circa un terzo dell’aumento di polline nell’aria sarà dovuto alla dispersione dei semi, a prescindere dal cambiamento climatico. I restanti due terzi saranno legati al clima e a all’aumento di CO2.

Nei Balcani, in Ucraina e in Italia settentrionale i pollini potrebbero raggiungere fino a 22.000 grani per metro cubo.

Oggi in queste regioni ci sono 13.000 grani per metro cubo di pollini d’ambrosia.

Per la salute, anche una concentrazione di 2.000 grani è considerata alta e nociva per le persone sensibili alle allergie.

L’ambrosia (Ambrosia artemisiifolia) è una pianta resistente, originaria del Nord America, che si è diffusa in tutta l’Asia, nel Sud America e gran parte dell’Europa, dove venne introdotta nel tardo XIX secolo. Dal 1940, si è radicata in gran parte dell’Europa centrale e orientale. Il suo polline può percorrere lunghe distanze.

Il polline di ambrosia causa prurito agli occhi, naso che cola e problemi respiratori, nei soggetti sensibili.

E’ stato anche dimostrato il nocivo impatto dell’ambrosia sull’agricoltura, con la resa delle colture, in alcuni casi, in calo di oltre il 50 per cento.


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